C’è molta confusione riguardo le sorti di Steve Jobs, fondatore e leader di Apple, costretto a lasciare il suo posto a metà gennaio a causa di problemi di salute. Il suo ritorno, previsto per l’estate, pare ora messo in dubbio dal persistere degli acciacchi fisici. Jobs, già sopravvissuto a un cancro al pancreas, non ha partecipato all’assemblea generale della società svoltasi a inizio anno , dopo aver saltato anche l’annuale appuntamento con MacWorld, in gennaio. Così le voci hanno incominciato a rincorrersi, seguendo le ipotesi più strane. La vicenda ha anche attirato l’attenzione della Security & Exchange Commission, l’organo che vigila sul mercato azionario statunitense, che sta cercando di capire se Apple si sia comportata in maniera trasparente o meno nel comunicare a investitori e azionisti riguardo la salute del proprio manager (nel tentativo di non agitare le acque del mercato). Steve Jobs, dunque, torna o no al suo posto? Un suo (eventuale) abbandono definitivo potrebbe causare un gravissimo colpo alla società, che ha da sempre basato il suo successo sull’alterità del proprio marchio, marchio di cui Jobs è stato creatore e migliore interprete, mescolando con maestria innovazione tecnologica, appeal pubblicitario e aura lievemente snob.
Steve Jobs torna, o forse no

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