La scuola si fa digitale , a piccoli passi, con i pro e i contro che la svolta tecnologica porta con sé. Tra questi ultimi, il fatto che la gestione online della documentazione ufficiale non è sempre sicura, anzi. In pochi passi è possibile truccare il registro di classe, ormai elettronico . A scoprirlo è stato un informatico di banca, marito di un’insegnante della scuola secondaria di primo grado . Alunni e professori hanno a disposizione la medesima rete scolastica, così è abbastanza semplice per uno studente connesso catturare le credenziali di accesso del prof e modificare poi voti e annotazioni sul suo conto. Basta un po’ di pazienza, attitudine all’informatica e un programma per raccogliere i dati online. Il programma sotto accusa è SissiWeb, uno dei software acquistabili dalle scuole medie per la gestione delle attività didattiche tramite computer . Il sistema, la cui sicurezza secondo i produttori sarebbe paragonabile a quella dei programmi bancari, si è rivelato facilmente eludibile: al login, username e password transitano senza alcun sistema di criptaggio. La falla è visibile anche dagli utenti comuni: manca infatti, a fianco dell’indirizzo web, il classico lucchetto che indica un portale sotto protezione. Per sottrarre i dati d’accesso , basta navigare con la stessa connessione internet, attivare un programma (gratuito, reperibile online) per visualizzare i dati nascosti: non appena l’insegnante digiterà la password, l’alunno potrà riutilizzarla. SissiWeb, in dotatazione a 1.300 istituti, ha rivelato così i suoi punti deboli. Una soluzione potrebbe essere quella di separare le reti scolastiche di professori e studenti. La modifica richiederebbe ulteriori investimenti, ma al momento l’emergenza è altrove: solo il 10-11% delle scuole ha una vera e propria rete wireless a banda larga utilizzabile esaustivamente per la didattica. Il Governo ha appena sbloccato 15 milioni di euro per intervenire in merito. Serve correre, oltre che proteggere.
Studenti hacker, falle nel registro elettronico

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