Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

24 Dicembre 2024 | Attualità, Innovazione

Su Clinical Cancer Research uno studio italiano sul fegato

È stato guidato da Ricercatori del Policlinico Universitario di Palermo e riguarda il trattamento con immunoterapia del tumore epatico

Quando un paziente con epatocarcinoma (tumore al fegato – HCC) viene preso in carico da un team multidisciplinare coordinato dall’epatologo, è più facile identificare precocemente gli indici di scompenso epatico, contrastandone l’insorgenza o trattandolo adeguatamente una volta insorto e aumentando così la speranza di vita del paziente. Lo dice uno studio di rilievo internazionale sul trattamento immunoterapico con atezolizumab nel tumore al fegato, realizzato da un team di ricercatori del Policlinico ‘Paolo Giaccone’ di Palermo coordinati dal Professor Giuseppe Cabibbo, Associato di Gastroenterologia e dal Professor Calogero Cammà, Ordinario di Gastroenterologia e direttore UOC di Gastroenterologia, entrambi afferenti al Dipartimento PROMISE dell’Università del capoluogo siciliano.

Lo studio è stato pubblicato su Clinical Cancer Research e già presentato al congresso internazionale BCLC update 2024 di Barcellona, dove ha ricevuto una calorosa accoglienza. “Si tratta di una pubblicazione scientifica importante perché rileva, per la prima volta in uno studio rigoroso, che gli eventi epatici sono in grado di predire la mortalità per tumore al fegato più della progressione del tumore stesso – spiega il Professor Giuseppe Cabibbo, che è anche co-autore delle linee guida inter-societarie sulla Gestione Multidisciplinare del Paziente con Epatocarcinoma. “In pratica, poiché l’epatocarcinoma ha la peculiarità di insorgere su un’altra malattia (cirrosi epatica), lo studio dimostra che è fondamentale considerare anche la funzione epatica e il suo peggioramento come indice prognostico dell’evoluzione della malattia e che i pazienti possono avere maggiori opportunità di sopravvivenza se migliora la funzione epatica.”

Si tratta di una novità assoluta, che potrà modificare in futuro l’impostazione con cui vengono disegnate le sperimentazioni cliniche, col fine di gestire adeguatamente le complicanze della malattia di fegato sottostante. “Gli studi clinici per l’approvazione dei farmaci per l’epatocarcinoma hanno adottato fino ad oggi un approccio classicamente oncologico, che vede come obiettivo finale la sopravvivenza al cancro e come obiettivo secondario la crescita o decrescita della massa tumorale – aggiunge il Professor Cabibbo – Questo studio afferma, invece, la necessità di definire anche la funzione epatica, perché ciò ha un impatto sulla sopravvivenza del paziente.”

I risultati sono particolarmente significativi perché derivano dai rigorosi dati dello studio IMBrave 150 con cui, nel 2020, è stata approvato il trattamento immunoterapico con Atezolizumab Bevacizumab dell’azienda farmaceutica Roche. Lo studio pubblicato su Clinical Cancer Research si basa su un’analisi approfondita dei dati relativi a 400 pazienti arruolati nella sperimentazione del farmaco. E il fatto che un gruppo di ricerca indipendente abbia potuto avvalersi dei dati di un’azienda è un’altra importante peculiarità di questa pubblicazione. La Sicilia è stata la prima regione in Italia in cui sia stata costituita, su coordinamento del Policlinico, una Rete per la cura dell’epatocarcinoma con centri Hub e Spoke diffusi su tutto il territorio.

di Daniela Faggion

liver-VSRao

Guarda anche:

Padova all’avanguardia: una scoperta tutta italiana per l’energia di domani

Il team dell’Università di Padova «Advanced Functional Materials» ha progettato una molecola organica innovativa capace di rispondere in modo “intelligente” alle condizioni ambientali: si trasforma...
church-OpheliaCherryBlossom

Il turismo italiano si prepara all’estate 2025

Più tedeschi, meno americani. Più stranieri, meno italiani Il breve ponte del 2 giugno è stata una prova generale degli spostamenti che interesseranno l'Italia nei mesi estivi. I dati sono stati...

I giovani tornano a donare sangue, l’Italia mantiene l’autonomia trasfusionale

Dopo anni di preoccupazioni per il calo delle donazioni, in particolare tra le nuove generazioni, in Italia si registra un’inversione di tendenza: i giovani stanno tornando a donare sangue. Un...