Una ricerca pubblicata dal Journal of the American Chemical Society rivela che nel fondo usato da Leonardo per la Gioconda si nasconda un ingrediente, l’ossido di piombo, che l’artista fiorentino solitamente consigliava quale tonico contro i disturbi della pelle e dei capelli.
La Monna Lisa è forse il quadro realizzato da un italiano più famoso del mondo, e nasconde tante incognite: l’identità della sua protagonista, l’ambiguità del sorriso, l’ambientazione. Anche la tecnica pittoriche impiegata è tuttora poco conosciuta, e continua ancora oggi a svelare nuovi segreti.
Un micro-campione proveniente dallo strato inferiore della Gioconda è stato analizzato da un team di ricercatori francesi e inglesi mediante diffrazione di raggi X con sincrotrone ad alta risoluzione angolare e spettroscopia infrarossa con micro trasformata di Fourier, rivelando la presenza di plumbonacrite (Pb5(CO3)3O(OH)2), un composto raro che è stabile solo in un ambiente alcalino. Probabilmente Leonardo tentò di preparare una vernice densa adatta a rivestire il pannello ligneo della Gioconda trattando l’olio con un elevato carico di ossido di piombo.
Secondo gli autori dello studio, il materiale è stato usato con ogni probabilità per ottenere una pittura densa e a rapida essiccazione, con cui avrebbe coperto il pannello di legno su cui è realizzata la Monna Lisa per preparare il fondo del quadro.
La particolarità sta nel fatto che Leonardo da Vinci nei suoi diari parla del composto solo in termini di un tonico contro i disturbi della pelle e dei capelli.
Che sia stato un precursore anche della cosmetica e della cura della persona, era risaputo: ha scritto formule e trattati, studiato tinture dei capelli per le dame rinascimentali, introdotto metodi per la depilazione e l’estrazione dei profumi con’enfleurage. Meno noto che impiegasse gli stessi ritrovati nella stesura dei suoi capolavori pittorici.