Bisogna cambiare la missione, gli obiettivi della Rai, per riformarla davvero e renderla efficiente, produttiva, migliore. Questa l’idea di Anna Maria Tarantola , presidente della tv pubblica che è intervenuta nella diatriba sullo sciopero dei dipendenti, previsto per l’11 giugno, e sul piano di risanamento dell’azienda, che prevede la cessione parziale di RaiWay. “Per un cambiamento radicale è necessario intervenire sulla missione, sulla governance, sul canone: questo non è alla portata della Rai, che è comunque pronta a collaborare” , ha detto Tarantola, rispondendo anche alle richieste di Matteo Renzi. Certamente, non è semplice trovare il giusto bilanciamento tra valore e investimenti in un servizio pubblico di grandi dimensioni: “ La Rai, come le altre emittenti pubbliche europee, crea valore – ha proseguito il presidente – . La tv pubblica sostiene la produzione indipendente di film e fiction, finanza l’industria dei cartoni animati, fornisce servizi di informazione e di intrattenimento, crea contenuti leati al Paese, favorisce lo sviluppo di capitale umano e sociale” . Tuttavia, per risultare davvero un plus per l’Italia, deve essere “efficiente e indipendente” , evitando malfunzionamenti, perdite e cattive influenze. Secondo Tarantola, è obbligatorio passare da una riorganizzazione oculata delle attività : “ Non so dire quale sia la quotazione di RaiWay – ha ammesso – . Ci siamo affidati agli advisor sia per il mercato interno che estero. Speriamo di fare le cose fatte bene e di non svenderla” . E’ altrettanto necessario impedire che le ingerenze partitiche blocchi il processo di rinnovamento del mezzo: “Non posso sottacere che il cambiamento è faticoso: come ho avuto modo di osservare in una mia precedente audizione, la presenza di interessi meta-aziendali non aiuta” . La politica frena la nuova Rai, che però non piace nemmeno ai dipendenti, in agitzazione per possibili tagli. La tv pubblica resta un nervo teso e scoperto del Paese, con tutte le difficoltà del caso.
Tarantola chiede ordine alla Rai

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