In aula oggi a Milano l’ex amministratore delegato di Fininvest, Franco Tatò. Il processo è quello sui presunti fondi neri creati da Mediaset attraverso la compravendita di diritti televisivi. “Io ero responsabile del consolidato del Gruppo. Mi occupavo di quello” ha detto Tatò. “Mi sono limitato al Gruppo – ha aggiunto- e tutto quello che stava al di fuori non lo conoscevo”. Quanto ai diritti “la mia preoccupazione è stata solo quella di contenere e ridurne i costi, nel senso che sollecitavo Carlo Bernasconi ad acquistare meno”. Ha negato di sapere come avvenisse la compravendita, e sulle società estere aggiunge: “Avevo solo un generico sentore, ma non era chiaro se facessero parte del Gruppo o no. In ogni caso ritenevo che non avessero alcun impatto con l’attività che dirigevo io”. Tatò ha poi dichiarato di non avere saputo nulla né della tesoreria estera né dell’ufficio finanza estera del Gruppo. ”Era Ubaldo Livolsi che se ne occupava – precisa Tatò- il quale riferiva a Messina. Entrambi poi, riferivano a Silvio Berlusconi informalmente. Io parlavo con loro solo in termini generici”. Tatò ha poi dichiarato di avere “incontrato una sola volta” l’avvocato David Mills. “che era il legale che assisteva il gruppo per questioni all’estero”. Di Fininvest Service di Lugano, Tatò dice di avere un vago ricordo della sua esistenza “ma non so dire, non ricordo cosa facesse esattamente. Ricordo solo che dentro c’erano pochissime persone e che se ne occupava Giancarlo Foscale”.
Tatò non conosceva le società estere del gruppo di cui era Ad

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