Poeti, navigatori, raramente santi, ma di certo gli italiani non sono un popolo di esperti di tecnologie digitali . Secondo lo studio dell’Annuario scienza, tecnologia e società, quattro connazionali su dieci non hanno mai navigato su internet né acceso un computer: sono da considerarsi, in pratica, dei tecnoesclusi. Il monitor sul rapporto tra i cittadini dello Stivale e gli ultimi ritrovati dell’informatica non lascia spazio a proiezioni particolarmente positive . In un mondo sempre più digitalizzato, la scarsa dimestichezza con i mezzi tecnologici di ultima generazione porta ritardi in campi quali l’economia, la pubblica amministrazione e l’informazione, a causa di chi gestisce lo sviluppo dei sistemi (poco avvezzo all’innovazione) e di chi ne fruisce (incapace di comprendere i vantaggi). I numeri proposti dalla ricerca risultano ancor più negativi se si considera che la media di tecnoesclusi nell’Unione europea è del 20% , mentre i Paesi più virtuosi, come la Svezia, si fermano al 3%. Fanno peggio dell’Italia solo Grecia e Bulgaria (entrambe al 41%), e Romania (al 43%). L’indagine rilancia con ancor più urgenza la necessità di un programma di sviluppo tecnologico per gli italiani, con l’Agenda digitale più volte chiamata in causa negli ultimi anni ma mai davvero al centro dei programmi di Governo : infrastrutture per il web, investimenti per la digitalizzazione della burocrazia, incentivi per e-commerce e la distribuzione dei contenuti digitali non possono più aspettare. Ammesso che non si voglia abbandonare ogni proposito di sviluppo.
Tecnologia informatica e digitale, un mistero per il 37% degli italiani

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