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18 Aprile 2007 | Economia

Telecom: adesso nessuno la vuole più

Mediaset e la holding che fa capo a Roberto Colaninno negano interessi per il controllo di Olimpia e, di fatto, del gigante delle telecomunicazioni nazionale. Dalla Ue arriva un monito per l’apertura del mercato anche a investitori stranieri. Ma Prodi e Gentiloni replicano che non ci sono stati interventi da parte del Governo. Mediaset si chiama fuori. “A seguito di continue supposizioni di stampa, Mediaset precisa di non avere in corso trattativa riferibili all’eventuale cessione di quote della società Olimpia SpA. Tantomeno sono in corso, direttamente o indirettamente, acquisti di azioni Telecom Italia”. ( nota di Mediaset SpA ) Nessuna nuova dalle banche. “Con riferimento a recenti indiscrezioni di stampa in merito alla possibile cessione di una quota di maggioranza del capitale di Olimpia, Intesa Sanpaolo, su richiesta della Consob, informa che non ci sono aggiornamenti rispetto a quanto già reso noto con comunicato stampa il 10 aprile 2007, ovvero che Intesa Sanpaolo ha in corso contatti con più parti a vario titolo interessate all’eventuale operazione e che sulla base dell’attuale stato interlocutorio di tali contatti non è possibile formulare indicazioni in merito al loro possibile esito. Eventuali sviluppi verranno debitamente comunicati al mercato”. ( nota Intesa Sanpaolo ) “Mediobanca conferma di avere tuttora in corso contatti generici con potenziali investitori in Olimpia, ma che allo stato non può esprimere alcun giudizio in ordine al loro possibile esito né alle modalità attuative di eventuali operazioni”. ( nota Mediobanca ) Roberto Colaninno non tratta. “In relazione alle varie indiscrezioni e notizie apparse sulla stampa a partire dal 12 aprile 2007, e a specifica richiesta di Consob, Immsi, anche per conto di soggetti collegati, Immsi comunica che non sono in corso trattative e non sono stati sottoscritti accordi relativamente agli assetti proprietari di Olimpia o del gruppo Telecom italia”. ( nota di Immsi ) Prodi da Seul dice la sua. “Non è corretto dire che vi sia stato un intervento del governo nel caso di Telecom Italia”. ( Romano Prodi, presidente del Consiglio dei ministri 1 ) “Il Governo si è limitato a osservare che Telecom rappresenta un’azienda chiave per la crescita economica del Paese. In quanto tale è definibile strategica”. ( Romano Prodi, presidente del Consiglio dei ministri 2 ) “Nel caso specifico l’unico atto di governo, peraltro ancora non formalmente varato, è il cosiddetto emendamento Gentiloni che mira, nel quadro delle direttive europee, a rafforzare i poteri dell’Autorità preposta alla regolamentazione del mercato delle telecomunicazioni. Nei mesi scorsi abbiamo fatto molte azioni per potenziare le Authority, sia nel Bersani 1 che nel Bersani 2. La decisione presa da Gentiloni giunge al termine di un processo che ha avuto uno svolgimento nei mesi scorsi”. ( Romano Prodi, presidente del Consiglio dei ministri 3 ) Interessi del Paese e non di parte. “C’erano, e ci sono, innanzitutto alcuni interessi di carattere generale da sottolineare e da difendere. Interessi del Paese, non di una parte politica. La cosiddetta italianità di Telecom Italia per il governo può essere un auspicio, non una condizione da imporre con interventi amministrativi o barriere imposte per legge, ma per il mercato è una sfida” ( Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni 1 ) “L’emendamento del Governo sul rafforzamento dei poteri dell’Agcom sarà inserito probabilmente nel ddl sulle liberalizzazioni. Questo passaggio è pienamente condiviso dall’Unione europea al quale sarà comunque notificato”. ( Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni 2 ) Il pedigree è importante. “Il mercato deve essere e rimanere aperto a tutti, indipendentemente dal passaporto ma, italiano o straniero che sia, credo che il Governo abbia il diritto di conoscere curriculum, prospettive, progetto industriale e finanziario e credibilità professionale quando in gioco ci sono asset di interesse strategico per il Paese. Parlo ad esempio di infrastrutture, acqua e ovviamente telecomunicazioni” ( Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture ) L’Europa ci bacchetta. “Pensiamo che il mercato italiano debba essere aperto a tutte le società del mondo. La nazionalità delle imprese non deve avere alcun ruolo sul mercato”. ( Martin Selmayr, portavoce del commissario Ue per i Media e la Società dell’informazione )

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