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18 Aprile 2007 | Economia

Telecom: Pasquale Pistorio al comando

Pasquale Pistorio è il nuovo presidente di Telecom Italia. Lo ha annunciato il consigliere Gilberto Benetton al termine del Cda della compagnia telefonica che si è concluso ieri sera dopo una riunione durata circa un’ora e mezza. Pistorio è stato nominato presidente all’unanimità. Stamattina il titolo Telecom Italia apre in Borsa con +0,36% a 2,3625 euro. Le dichiarazioni dopo la nomina di Pasquale Pistorio al vertice di Telecom Italia. “Telecom Italia è una grande azienda, economicamente sana e forte tecnologicamente. Siamo pronti a proseguire il lavoro. Il compito del rinnovato Cda e degli organi operativi è quello di dover creare valore per gli azionisti”. ( Pasquale Pistorio, presidente di Telecom Italia ) “Sarà un grande presidente. Pistorio è una persona intelligente che in passato ha avuto molto successo, una persona in gamba e che penso avrà molto successo”. ( Jean Paul Fitoussi, consigliere Telecom Italia ) Critiche al Governo per la gestione dell’affaire Telecom arrivano dal mondo politico internazionale e italiano. “L’aspetto più interessante emerso dal ritiro dell’americana AT&T dall’affare Telecom riguarda la diversa presenza del governo negli affari dell’economia in un ipotetico confronto tra Italia e Stati Uniti. All’interno della società americana il governo stabilisce le regole che in certi settori sono molto importanti e possono anche essere dure ma poi lasciano che ciascun settore si sviluppi nella maniera giusta. Al contrario, in Italia, l’ambasciatore Usa ha evidenziato come ci sia una lunga tradizione che vuole una presenza molto più forte del governo nelle questioni economiche”. ( Ronald P. Spogli, ambasciatore Usa in Italia ) “L’AT&T è un colosso e non decide di interrompere l’operazione Telecom se glielo chiede un ministro. La AT&T non ha bisogno che qualcuno gli dica cosa deve fare è un colosso e quando vorrà spiegare la sua decisione, lo farà. Montezemolo si deve porre un problema ogni volta che dobbiamo fare una grande operazione, abbiamo imprenditori che quei soldi non li hanno. Su Telecom non m’interessa cosa farà Berlusconi, non è possibile che ogni volta che affrontiamo un problema in Italia dal ciclismo alla politica economico, ci mettiamo in mezzo Berlusconi”. ( Roberta Pinza, viceministro dell’Economia ) “Repliche non ne faccio. Non voglio intervenire in queste ore, la parola la lascio agli azionisti”. ( Pier Luigi Bersani, ministro per lo Sviluppo Economico ) “Ci manca solo che ci mettiamo d’accordo con Berlusconi per fargli comprare Telecom, magari in cambio della sua benevolenza sulla legge elettorale. Io so che sto in una coalizione nel cui programma c’è scritto che dobbiamo risolvere il conflitto di interessi. Non sono di quelli che vanno in giro con il libro giallo di Prodi di 183 pagine, ma questa volta chiedo con fermezza che il programma sia rispettato. Qualcuno ha ragionato su come Berlusconi potrebbe usare la gigantesca rete telefonica di Telecom? Pio Pompa (ex agente Sismi, ndr) non ci ha insegnato nulla? Lo dico perchè io a questo governo voglio bene. E perchè mi auguro che qualcuno, la prossima volta, magari già dal 27 maggio, dia ancora il voto al centrosinistra. Dico al centrosinistra…” ( Oliviero di liberto, leader Pci ) “C’è un atteggiamento irresponsabile del governo, con ministri in libertà che evocano il cambiamento delle regole mentre questa sorta di trattativa è in corso. Davvero una repubblica delle banane. Un grande Paese come l’Italia non cambia le regole in corso d’opera e una classe dirigente responsabile si comporta diversamente. Il tutto avviene con la totale noncuranza dei risparmiatori italiani, che sono poi anche quelli che in Telecom investono. Il governo sta certamente esercitando un’influenza enorme, cosa che non capita in alcun Paese europeo, ma non per tutelare i risparmiatori. Penso che anche le Autorità indipendenti dovrebbero riflettere autocriticamente. Non sono il braccio armato del governo, le Autorità indipendenti sono terze: debbono essere ed apparire tali. Quando diventano strumento del governo non sono più Autorità indipendenti”. ( Pierferdinando Casini, leader Udc )

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