Chi sono i tennisti italiani che hanno più successo anche fuori dal campo? La classifica ha come parametro l’engagement rate, ovvero la percentuale di ingaggio con gli utenti che gli sportivi hanno sui propri canali social. Al primo posto troviamo un nome che non sorprende: Matteo Berrettini anche grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo, l’atleta romano occupa per distacco il gradino più alto del podio
La classifica dei “tennis influencer”
Le collaborazioni con i cosiddetti “tennis influencer” risultano essere estremamente performanti e in grado di ingaggiare in modo efficace un target specifico. Secondo quanto emerge da una ricerca basata sui dati di Flu Plus, suite integrata di influencer marketing, e condotta su atleti del nostro Paese, la principale audience è composta per il 70,6%, da uomini tra i 25 e i 34 anni. Al primo posto troviamo Matteo Berrettini, primo italiano anche nel ranking mondiale con il 15,53%; segue il giovane Jannik Sinner con l’8,97%. Alla terza posizione c’è Camila Giorgi, poco sotto, con l’8,92%; Martina Trevisan con il 7,93% e Lorenzo Musetti con il 7,91%. L’altra metà della classifica si apre con Lorenzo Sonego la cui percentuale si attesta al 7,16%; Fabio Fognini con il 4,15% e Marco Cecchinato con il 4%. In coda ci sono Sara Errani con il 3,73% e Andreas Seppi con il 2,62%.
Alcune considerazioni
Non sorprende naturalmente trovare al primo posto Matteo Berrettini che, dopo la storica finale conquistata a Wimbledon nel 2021 e l’apparizione al Festival di Sanremo, è ormai a tutti gli effetti una star conosciuta dal grande pubblico. E in generale la percentuale segue il numero di follower di ciascun atleta. Secondo Chiara Dal Ben, Marketing & Innovation Director di Flu Plus: “ “L’impatto dei social media è evidente nel settore del tennis dove le conversazioni e l’engagement sono aumentate esponenzialmente negli ultimi anni. I giocatori sono sempre più attivi sui canali social dove, in ottica di personal branding, raccontano sia la loro attività professionale, sia la vita privata, arrivando ad una quasi totale disintermediazione del rapporto con i propri fan. Creano contenuti che ingaggiano la Gen Z, sperimentano nuovi format, raccontano il loro impegno per il sociale, dando in questo modo ai brand un ulteriore canale di comunicazione per colpire una fanbase molto ricettiva”.
di Alessandro Bonsi