Si arricchisce di un nuovo episodio il casus belli riguardante Google Books , progetto di biblioteca online fortemente osteggiato alle associazioni degli autori negli Usa e in Europa. Una corte d’appello di New York ha revocato lo status di class action alle iniziative di scrittori contro l’idea di BigG. Sarà dunque più difficile bloccare l’intero progetto, dal momento che ciascun autore dovrà agire singolarmente, senza la possibilità di associarsi in gruppo contro uno dei più importanti colossi del web. Authors Guild, che difende gli interessi degli scrittori americani, dovrà ripensare l’intera strategia d’accusa a Books , non parlando più a nome dell’intera categoria. Tra gli autori, del resto, c’era chi si era espresso a favore della digitalizzazione dei propri volumi e alla distribuzione via motore di ricerca. Lo scontro comunque non è concluso: la palla ritorna ora al tribunale che in primo grado aveva ammesso la class action e dovrà decidere se confermare la sentenza d’appello o meno. Google, da parte sua, si è sempre detta disponibile a retribuire i proprietari dei testi, qualora fossero ancora sotto diritto d’autore, ammettendo che il progetto trova la sua piena ragione nel recupero di libri antichi o non più editi, rendendoli disponibili per le masse in formato elettronico. Va da sé, Authors Guild la pensa diversamente.
Tenui spiragli per Google Books

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