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21 Settembre 2021 | Attualità

Terza dose di vaccino in Italia a 3 milioni di immunodepressi

Chi riceve la terza dose? 

E’ iniziata da lunedì 20 settembre la somministrazione della terza dose del vaccino per le persone immunocompromesse, trapiantati e malati oncologici con determinate specificità. Si tratta di pazienti la cui risposta ai vaccini è più debole rispetto al normale, per questo è bene offrire loro una dose aggiuntiva come sostengono gli esperti. Molti di loro verranno convocati direttamente dall’Asl o dagli ospedali dove sono in cura, altri invece si dovranno prenotare o verranno chiamati direttamente dal medico di famiglia. Si stima che sono circa 3 milioni i pazienti che a partire da questa settimana riceveranno Pfizer o Moderna, in uno scenario epidemiologico stabile con un tasso di positività all’1,45%.

Le dieci categorie e la dose booster 

Dieci le categorie destinatarie di questa dose addizionale comunicate dal Ministero della Salute con una circolare ah hoc: Comprendono: trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche; E’ in attesa di trapianto d’organo; terapie a base di cellule T; patologia oncologica; immunodeficienze primitive; immunodeficienze secondarie; dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia.

Dopo essersi occupati dei più fragili il sistema sanitario italiano inizierà a distribuire dosi ‘booster’ per chi, a distanza di tempo, o forse per via delle varianti, ha bisogno di un’aggiunta di rinforzo a fronte del calo di copertura immunitaria, come per esempio gli over-80, i residenti nelle Rsa e e tutti gli operatori sanitari. Questa da somministrarsi a 6 mesi dall’ultima dose.

I dati provenienti da Israele

Israele che sulla vaccinazione della terza dose è un passo avanti a tutti ha pubblicato sul New England Journal of Medicine dati altamente rincuoranti su quanto deciso in merito a questa nuova tornata. Sulla base dei numeri dello studio israeliano riferito agli over 60 vaccinati con ciclo completo, emerge che rispetto alla variante Delta, la terza dose Pfizer “porterebbe l’efficacia del vaccino tra i soggetti che hanno ricevuto il richiamo a circa il 95%, un valore simile all’efficacia del vaccino originale riportata contro la variante Alfa”. Inoltre, dicono i ricercatori, i casi di contagio e di malattia grave, post “booster”, si abbassano nettamente con un tasso di infezione inferiore di “11,3 volte” rispetto alle due dosi e un tasso di malattia grave “inferiore di 19,5” volte. Lo studio è stato condotto dal 30 luglio al 31 agosto su 1,13 milioni di over60 che avevano completato l’immunizzazione 5 mesi prima, divisi in due gruppi: quelli cui è stato somministrata la terza dose e quelli che ne hanno ricevute due.

Sull’estendere la terza dose a tutti gli italiani c’è ancora molta cautela per ora non si prospetta una somministrazione a pioggia ma si protegge chi è più a rischio.

 

di Sara Giudice

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Uomo nel grano - ph Pexels

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