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9 Luglio 2009 | Attualità

Tg1 perde ascolti: Pdl smentisce, cdr preoccupato

Il Tg1 targato Minzolini, coinvolto in poche settimane da polemiche politiche e non, perde ascolti. La testata del primo canale Rai, nel mese di giugno, ha visto calare il proprio share dal 28,30 al 26,67%. Il suo rivale principe, il Tg5, ha invece incrementato lo share dello 0,8%, arrivando al 26,08%. L’allarme per l’erosione del pubblico del tg storicamente più seguito d’Italia viene innazitutto dal comitato di redazione: “Il calo degli ascolti del Tg1 è preoccupante e su questo abbiamo voluto richiamare l’attenzione dell’azienda nell’incontro con il responsabile delle Relazioni Sindacali dott. Luigi Meloni” dicono i giornalisti in una nota. Il problema principe, secondo la redazione, è la credibilità sempre più debole del telegiornale per cui lavorano, che rischia di indirizzare le scelte dei telespettatori verso i concorrenti: “ Il comitato di redazione del Tg1, aggiornandosi per un’ulteriore verifica con l’azienda tra una decina di giorni, ritiene fondamentale per mantenere e accrescere il proprio pubblico il massimo della credibilità ” prosegue il comunicato, richiamando a “completezza, pluralismo e autonomia dell’informazione” per evitare “reticenze e notizie nascoste o velate” In risposta alle ansie di rezione arrivano le parole del presidente di Viale Mazzini, Paolo Garimberti: “ È un tema di cui ci stiamo occupando e su cui cis tiamo interrogando – dice riferendosi al calo di ascolti – un po’ di preoccupazione certamente c’è” Uno dei problemi cronici dei telegiornali Rai è la lottizzazione, il precario equilibrio tra notizie e impatto politico delle stesse. A dimostrazione di ciò vi sono le polemiche immediatamente seguite alle dichiarazioni della redazione del Tg1, che hanno rinfocolato la discussione senza però affrontare la ‘questione deontologica’   Il Pd rimarca le affermazioni di Garimberti e, tramite Giorgio Merlo (suo esponente nella commissione di Vigilanza Rai), attribuisce la fuga di pubblico alla “somministrazione di una informazione incompleta” “ I dati d’ascolto del Tg1, dopo qualche assestamento del tutto fisiologico, stanno tornando a buoni livelli, nonostante una campagna di aggressione senza precedenti per violenza e mistificazione contro la nuova direzione” risponde seccamente il portavoce del Pdl Capezzone, accusando poi esplicitamente il centro-sinistra: “ Ancora oggi i soliti dipietristi e qualche pasdaran sparano le loro ultime cartucce, ma dovranno rassegnarsi all’evidenza dei numeri” Mentre Alessio Gorla, esponente del centro-destra nel Cda dell’azienda, ricorda che il calo degli ascolti “è cominciato molto prima, quando il direttore era Gianni Riotta ”, e scagiona Minzolini, ricordando anche come la ricanalizzazione della rete abbia penalizzato il nuovo direttore. Da queste schermaglie di taglio politico è difficile evincere un reale indirizzo per (ri)strutturare e (ri)abilitare il Tg1 , badando innanzitutto alla completezza informativa e a una sostanziale correttezza deontologica. L’anomalia italiana, con il suo latente conflitto d’interessi ha creare danni difficilmente riparabili nel breve termine, si rigenera sempre uguale a se stessa. E gli spettatori di un servizio pubblico ormai quasi completamente delegittimato fuggono verso altri lidi. Non necessariamente verso porti di alta qualità, ma certo meno confusi.  Vieni a trovarci su Facebook        

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