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19 Novembre 2022 | Attualità

Tiziano Ferro, “Negli Stati Uniti parlo italiano”

Il cantante, da tempo residente negli USA insieme al marito, e ora coi due figli, ha incontrato i fan nell’evento che ha lanciato la Milano Music Week. “Vivere all’estero non era in programma, ma è stata una scelta prolifica”, racconta.

“Non sono esterofilo. Me lo chiedono spesso, ma la mia scelta di vivere negli Stati Uniti non è stata pianificata. Ho seguito un’opportunità, che si chiama Amore, che poi si è rivelata particolarmente “prolifica”…”. È un libro aperto che si fa sfogliare in controluce Tiziano Ferro, mentre incontra alcuni giornalisti a margine del suo incontro con i fan al Teatro Manzoni di Milano. L’occasione è l’evento di lancio della Milano Music Week, insieme a Nur Al Habash, direttrice della manifestazione. E la folla è quella delle grandi occasioni.

Il mondo è nostro

Sorridente, disponibile, sinceramente emozionato: decisamente uno stato di grazia quello che vive l’artista che l’11/11/22 ha lanciato il nuovo disco, “Il mondo è nostro”, concedendosi poi una promozione serrata su tutti i media possibili e uno dei suoi consueti incontri coi suoi fan, quasi a premiare chi ha creduto e crede in lui forse più ancora di lui stesso. Anche perché – scelta o non scelta – la lontananza fisica dall’Italia – sancita dalla pandemia e poi dalla doppia paternità – riducono comunque le occasioni di “vederlo in giro”, eccezion fatta per i tour naturalmente.

Appartenenza e gratitudine

“Non ho paura di perdere la mia italianità”, continua Ferro: “In casa parlo italiano perché sono in minoranza e mi piace far sentire la mia lingua. Potrei non vivere là, ma ho seguito l’istinto mentre di solito pianifico tutto”. Soprattutto, spiega molto bene come qui rimangano le persone alle quali è più di tutti grato per ciò che è, anche oggi: i suoi genitori. “Vengo da una famiglia semplice, che però mi ha trasmesso la cosa che ritengo per me più importante: la disciplina. Ho un grande senso di appartenenza al mio mondo”. Il padre di Ferro è anche stato il motore di una delle canzoni più intime del disco, “La Prima Festa del Papà”, nata proprio per il sentimento di gratitudine che ha sentito esplodere nel cuore dopo aver ricevuto un messaggio di auguri dal genitore, proprio in occasione del primo 19 marzo da padre, quest’anno, poco dopo l’arrivo dei piccoli Margherita e Andres.

La carriera? Oltre le attese

“La cosa che voglio fare meglio in questo momento è l’educatore”, racconta, mentre rispetto alla carriera ammette: “Ho avuto molto più di quello che avrei voluto, non vorrei di più… anche perché non saprei gestirlo. Quando vedo il calendario di Laura (Pausini, ndr.) mi chiedo come faccia… mi ricovererebbero!”. E nell’ammissione delle sue fragilità c’è l’essenza di una carriera plasmata in oltre vent’anni proprio su un racconto intimo e sincero (“Da bambino non ero molto bravo a dire le bugie, dire la verità mi è venuto più facile”), anche perché le persone ci si potessero rispecchiare.

Quel gran genio di Caparezza

Nella tracklist dell’album si fanno notare anche le collaborazioni: Sting e Vecchioni, ma anche thasup, Ambra Angiolini e Caparezza: “Basta passare 10 minuti con lui per capire che è un genio… è come stare davanti a un quadro di Botticelli tanta è la meraviglia che genera. Parole e contenuto insieme come pochi riescono a fare”.

di Daniela Faggion

Tiziano Ferro - La copertina de Il mondo è nostro - Instagram

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