Ci sono forti contrasti interni tra i commissari dell’Unione europea, soprattutto quelli alla Concorrenza e all’Industria, che attaccano la bozza presentata dal commissario alle Tlc, Viviane Reding (nella foto). La revisione proposta potrebbe creare più burocrazia e danneggiare gli investimenti. Questa visione critica è condivisa anche dagli ex-monopolisti nell’industria Tlc europea, che si oppongono alla separazione fra i servizi e le reti. “Gli emendamenti proposti introducono nuova burocrazia, incrementano la complessità e la durata dei processi amministrativi che in definitiva porteranno a una maggiore regolazione” fanno sapere i funzionari che lavorano per la commissaria alla Concorrenza. Secondo Reding, quando emergono seri problemi di competitività, con l’accordo della Commissione, dovrebbe essere permessa l’imposizione di “una separazione funzionale” sulle società telefoniche, nel senso che la rete e la parte commerciale dovrebbero essere guidate separatamente. Per questo i nuovi soggetti del settore Tlc dell’Ue sostengono il progetto di Reding, sottolineando che c’è bisogno di questa riforma per assicurare la competitività Per quanto riguarda l’Italia, il piano proposto per la separazione funzionale delle reti è in linea con le norme comunitarie. Lo ha affermato il portavoce di Viviane Reding, Martin Selmayr: “Il progetto che si sta discutendo in Italia per la separazione funzionale delle reti di telecomunicazioni è in linea con le norme europee”. Il prossimo 16 ottobre la Reding incontrerà il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò
Tlc: Ue, spaccatura sull’argomento separazione delle reti

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