Si aprirà il 13 novembre la ventisettesima edizione del Torino Film Festival. Dieci giorni di proiezioni e discussioni sulla settima arte, il suo stato di salute e le sue novità più interessanti. Una rassegna che ha ormai sviluppato un’identità propria , solida e distante dai tappeti rossi più in voga ma non elitaria, come spiega il neo-direttore Gianni Amelio, che ha sostituito Nanni moretti: “ ’identità del festival non è scalfibile da nessun altro festival italiano. Torino è rigore nella passione non ha una visione chiusa, rigida e personalista, ma viene alimentato dalla generosità dello sguardo e dalla volontà di infettare e condividere con gli altri il proprio amore. La platea di Tornino è semrpe stata particolare, per metà composta da chi farà cinema e non si tratta di spettatori che amano tutto ma di spettatore che sono curiosi di tutto” Novità di quest’anno sarà il ‘Gran Premio Torino’ un riconoscimento ai registi che più hanno contribuito al rinnovamento del linguaggio cinematografico che per primo premierà Emir Kusturica. Altro riconoscimento già assegnato è quello ad American Zoetrope, casa di produzione di Francis Ford Coppola. Ad aprire il festival sarà ‘Nowhere Boy’ di Sam Taylor Wood, sull’adolescenza di John Lennon nella Liverpool degli anni ‘50. Sarà il primo di 254 titoli in visione nel capoluogo piemontese nelle diverse sezioni. La giuria del premio ufficiale è composta da Sandro Petraglia, Anna Biller, Rui Nogueira, Maya Sansa e Gyorgy Szomjas.
Torino Film Festival: nel segno di un’identità forte

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