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23 Ottobre 2008 | Attualità

Trionfo a Roma per Al Pacino, oggi di scena Huit della Campion

                              Il protagonista assoluto della prima giornata del Festival internazionale del film di Roma è stato Al Pacino. L’attore e regista hollywoodiano ha ricevuto il Marc’Aurelio d’oro alla carriera. La sua sfilata sul red carpet romano è stata disturbata dalla manifestazione di alcuni ragazzi del centro sociale Horus, che protestavano per lo sgombero avvenuto martedì. Il divo ha attraversato la passerella accompagnato dalle musiche della colonna sonora de Il Padrino . Dopo Pacino hanno sfilato anche attori e personaggi nostrani, tra cui Valeria Marini, Vittorio Cecchi Gori e Simona Ventura. La carriera di Al Pacino sarà onorata con una retrospettiva composta da tredici suoi film . Il divo spera che “l a manifestazione continui a andare avanti, l’anno prossimo e quello dopo ancora e così via. E’ importante che Roma, per quanto ha dato al cinema, abbia una manifestazione così “. In occasione dell’incontro con il pubblico, Pacino ha voluto svelare alcuni aneddoti curiosi della sua carriera, uno dei quali legato a Il Padrino. ” Francis Ford Coppola ha insistito perché lo facessi – ha spiegato Pacino – perché la produzione non voleva un attore trentenne semisconosciuto per un ruolo importante. La cosa interessante e curiosa di tutta la faccenda è che non volevano neppure Marlon Brando per il ruolo del padrino “. Sul mestiere dell’attore, ha detto: ” Ha le stesse implicazioni degli artisti e dei romanzieri, ha una grande forza narrativa, al di là dello star system commerciale e l’Actor’s Studio è da sempre la mia famiglia: forse non tutti sanno che è gratuito e che puoi parteciparvi a qualsiasi età basta superare il provino e ne diventi membro a vita. Quando iniziai negli anni ’60 ero giovanissimo, recitavo con Marlon Brando, con De Niro e con Strasberg, il mio maestro, e tutti erano gentili con me: anch’io adesso cerco di non intimidire i miei giovani allievi. Il bello dell’Acor’s Studio è che c’è sempre spazio per sperimentare. C on il mio mentore, Strasberg, ho avuto persino il privilegio di recitare in Il Padrino Parte II : ci capivamo e non mi ha mai dato istruzioni o indicazioni, solo una volta mi disse: ‘Se vuoi recitare devi imparare le battute’. E aveva ragione perché con il tempo si rischia di dimenticarle, di sovrapporre i tanti ruoli interpretati e da alcuni di questi è pure difficile distaccarsi: mi è accaduto con il personaggio di “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, ma ora non ho più quel problema, col tempo ci si attacca ad altre cose. Il cinema è un mezzo ancora giovane e ricco di magia con una capacità d’espressione infinita. Però continuo ad amare di più il teatro. Amo il cinema, mi piace vedere i film ma non impazzisco all’idea di farli. Invece, non c’è niente di più bello che sentire il pubblico dal vivo. Sono un performer nato, a volte esagero nelle mie performance, ogni ruolo è come una tela vuota che cerco di riempire in qualche modo e la cosa migliore della recitazione è farsi una bella bevuta a fine spettacolo. Preferisco i tempi europei per lavorare in un set: sono più lenti, meno faticosi e ogni pranzo dura tre ore “. Nel corso della serata è stata presentata in anteprima l’ultima fatica del divo in qualità di regista, Chinese Coffee . la proiezione è stata preceduta da un omaggio, composto da alcuni spezzoni emozionanti dei suoi film più belli: Il Padrino (I e II), Scarface, Profumo di donna, Lo spaventapasseri, Carlito’s Way e altri. Nella giornata di oggi la protagonista è Jane Campion , che presenta in anteprima mondiale il suo film fuori concorso 8 . La regista e sceneggiatrice neozelandese ha realizzato il lungometraggio insieme a sette suoi colleghi, provenienti da tutto il mondo. La Campion è regista di capolavori come Lezioni di piano e Ritratto di signora ed è arrivata nella capitale da Londra. Il film, chiamato in francese Huit , è ispirato agli otto obiettivi per migliorare le condizioni di vita della popolazione mondiale, che l’Onu si era prefissato nel 2000. Ogni regista racconta una storia diversa ; le ambientazioni spaziano dall’Africa, alla Germania, all’Islanda, agli Stati Uniti e all’Australia. Gli obiettivi dell’Onu erano nati sulla scia delle preoccupazioni per gli attentati che l’11 settembre 2000 colpirono gli Usa. Le otto storie sono firmate da Wim Wenders, Gus Van Sant, Mira Nair, Gael Garcia Bernal e di Jan Kounen, Gaspar Noe’ e Abderrahmane Sissako, oltre alla stessa Campion.

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