Twitter è ufficialmente diventata una società per azioni e gli investitori sono andati in brodo di giuggiole. Il social network ha esordito a Wall Street la mattina del 7 novembre, con una quotazione trionfale. Settanta milioni di titoli sul mercato, a 26 dollari ciascuno, per un valore potenziale di 18 miliardi di dollari. Le richieste sono state incalzanti , tanto che l’indice Nyse, in cui Twitter è quotato, ha subito segnalato forti rialzi: dopo le fasi iniziali dell’Ipo, all’apertura ufficiale delle contrattazioni, il costo di un’azione era già arrivato a 45 dollari. Meno di quindici minuti più tardi è stata infranta la barriera dei 50 dollari per azione, ovvero il 92% in più rispetto al prezzo di partenza . Tutti sembrano volere un pezzetto del micro-blog, mentre nella sede di San Francisco si godono il momento di gloria (che significa anche grandi incassi e slanci per la società): “Un grazie a voi e congratulazioni alla squadra di Twitter!” , ha twittato Jack Dorsey, fondatore del sito. L’esordio con il botto ha lasciato senza fiato gli analisti , che si attendevano ottimi riscontri ma non una vera e propria Twitter-mania. L’Ipo, fissata a prezzi relativamente bassi, aveva chetato l’ambiente finanziario e, con il senno di poi, ha evitato gli isterismi – e con ogni probabilità il rimbalzo al ribasso – che avevano caratterizzato la quotazione di Facebook, partita da 48 dollari e scesa in pochi giorni sotto i 40. Il basso profilo scelto in queste settimane dalla compagnia ha fruttato più del previsto : che fosse vera modestia o accurata strategia in 140 battute poco importa: la Borsa di New York sta accogliendo Twitter con tutti gli onori e l’entusiasmo possibili. E’ presto per dire se sarà un fuoco di paglia. Al quartier generale sono al lavoro per portare le attività in utile, con la prossima integrazione di servizi (e-commerce su tutti) e contenuti, oltre a nuovi tool pubblicitari. Nel frattempo Dorsey & Co. possono celebrare con le fanfare di Wall Street.
Tutti vogliono Twitter, Wall Street impazzisce

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