Solo nove paesi appartenenti all’Onu hanno un account ufficiale su Twitter , attraverso cui comunicano con gli internauti aggiornandoli sulle ultime novità in fatto di legislazioni e diplomazia interna e internazionale. Le altre centottantaquattro nazioni non apprezzano (o ignorano) l’utilità dei cinguettii in 140 battute. Il fatto che molti politici e diplomatici siano presenti su Twitter , non colma la lacuna di pagine ufficiali, cui i cittadini possono rivolgersi per informazioni certe e istituzionali: i nove account gestiti da governi o enti del turismo statali sono @AntiguaBarbuda, @Barbados, @GreatBritain, @Israel, @Lithiania, @Maldives, @SouthAfrica, @Spain e @Sweden, come si legge nella ricerca Twiplomacy pubblicata da Burson-Marsteller. Israele è senza ombra di dubbio il paese più seguito, con oltre 66mila follower e le news pubblicate direttamente dalla divisione digitale del ministero degli Esteri. L’account @Italy, invece, non ha alcuna eco ufficiale, ma è la sezione Made in Italy del quotidiano inglese Daily Telegraph. Gli uffici governativi, per il momento, si tengono alla larga dal micro-blog , mentre i politici italiani (e non solo) spesso ne abusano, per scopi personali. Anche alle istituzioni serve una rivoluzione digitale.
Twitter non è un social per diplomatici

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