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4 Marzo 2007 | Innovazione

Ucciso al-Dhahr, caporedattore del quotidiano al-Mashriq

Mohan al-Dhahr, caporedattore del quotidiano iracheno al-Mashriq, è stato ucciso oggi da alcuni sconosciuti davanti alla sua casa di Baghdad. Lo ha detto poco fa il segretario generale dell’Unione dei giornalisti iracheni. “Hanno bussato alla sua porta e quando è uscito hanno aperto il fuoco” ha dichiarato Moaed al-Lami. Questo omicidio porta a 190 il numero dei giornalisti uccisi in Iraq dall’invasione statunitense del 2003. Al-Dahr era originario del sud dell’Iraq, abitava nel quartiere di Jamia’a, un quartiere a maggioranza sunnita nella zona ovest di Baghdad. Il giornale in cui lavorava è un quotidiano nato nel 2003 considerato indipendente. Anche in Iran la libertà di stampa è sempre più a rischio. Il ministero dell’Intelligence iraniano ha annunciato oggi gli arresti di ”alcuni giornalisti” accusati di avere portato avanti progetti ”settari” per mettere una contro l’altra le diverse etnie del Paese su ispirazione di potenze straniere. ”Alcuni giornalisti sono stati arrestati in una delle province del Paese perche’, sostenuti dall’estero, cercavano di realizzare disegni settari”, si legge in una nota del ministero pubblicata dall’agenzia semi-ufficiale Isna. Non sono stati resi noti i nomi degli arrestati, il loro numero, ne’ in quale area del Paese sia avvenuta l’operazione, anche se e’ facile immaginare che si tratti di una delle province di frontiera abitate da minoranze etniche e religiose sunnite, scosse negli ultimi due anni da numerosi episodi di violenza. Si tratta in prevalenza del Khuzistan a sud-ovest, del Kurdistan a nord-ovest e del Sistan-Baluchistan a sud-est. A queste si aggiungono le province dell’Azerbaigian dell’est e dell’ovest, teatro lo scorso anno di violenti disordini, con un bilancio di diversi morti e feriti, dopo che il quotidiano governativo ‘Iran’ ebbe pubblicato una vignetta giudicata offensiva per la minoranza azera. Il direttore del giornale, Gholamhossein Eslamifard, fu arrestato insieme all’autore della caricatura, Mana Neyestani. Il giornale fu chiuso per quattro mesi, e pote’ riaprire solo dopo una ‘purga’ al vertice. Le autorita’ iraniane hanno ripetutamente accusato gli Usa e la Gran Bretagna di fomentare la violenza etnica e interreligiosa in queste province. ”Secondo le loro confessioni – si afferma ancora nel comunicato del ministero dell’Intelligence – gli arrestati ricevevano elevate somme di denaro in dollari dall’estero per pubblicare articoli volti a seminare la discordia. Azioni che vanno contro la sicurezza nazionale e sono in linea con gli sforzi messi in atto dai nemici specialmente negli ultimi mesi per creare divisioni”.

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