Il diritto comunitario “non impone” agli Stati membri, per garantire l’effettiva tutela del diritto d’autore, l’obbligo di divulgare i dati personali nel contesto di un procedimento civile. E’ quanto ha sottolineato la Corte di giustizia Ue del Lussemburgo dopo il rifiuto della società spagnola Telefonica di comunicare l’identità e l’indirizzo delle persone alle quali fornisce un servizio di accesso a internet ala Promusicae, società di produttori ed editori di registrazioni musicali ed audiovisive. Telefonica aveva precisato che, secondo la normativa spagnola, la comunicazione dei dati richiesta da Promusicae è autorizzata esclusivamente nell’ambito di un’indagine penale o per la tutela della pubblica sicurezza e della difesa nazionale. La normativa comunitaria, ha sottolineato la Corte nella sua sentenza, “non esclude la possibilità per gli Stati membri di istituire l’obbligo di divulgare dati personali nell’ambito di un procedimento civile. Tuttavia nemmeno impone agli Stati di prevedere un tale obbligo”. La Corte spiega inoltre che gli Stati membri, nella trasposizione delle direttive in materia di proprietà intellettuale e di tutela dei dati personali, sono tenuti “a fondarsi su un’interpretazione di queste ultime tale da garantire un giusto equilibrio tra i diversi diritti fondamentali tutelati dall’ordinamento giuridico comunitario” e a tener conto anche del “principio di proporzionalità”.
Ue non obbliga diffusione dati personali

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