L’industria dei videogames deve collaborare per proteggere i minori da contenuti poco adatti alla loro età: questa è l’ultima decisione della commissione europea dopo avere analizzato le misure di sicurezza in vigore volte a tutelare i ragazzi verso videogiochi troppo violenti, spaventosi o dai contenuti troppo espliciti. Dopo l’episodio di massacro in Finlandia per mano di un bambino di 8 anni la Ue ha bandito la diffusione di giochi troppo violenti. L’analisi ha riguardato 20 dei 27 Paesi della comunità europea in cui è attivo il sistema Pegi (pan-European games information) di adattamento del gioco in base all’età, introdotto nel 2003 e che prevede la segnalazione di contenuti espliciti o violenti. La commissione ha dichiarato in merito: “L’industria dovrebbe investire di più per rafforzare e regolare le modalità di aggiornamento del sistema Pegi, in modo da trasformarlo in uno strumento utile ed efficace per tutti i Paesi europei” “I videogames sono un forte pilastro per l’industria ludica europea e le vendite sono cresciute incredibilmente su tutto il mercato. Questo è un bene ma richiede anche un forte senso di responsabilità, dobbiamo assicurarci che i genitori conoscano bene gli oggetti con cui giocano i figli”, aggiunge Viviane Reding, commissario europeo per l’informazione e i media.
Ue: nuove disposizioni per vendita videogiochi

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