A sorpresa si scopre che non vedenti e ipovedenti consumano molti più libri di chi potrebbe leggere con facilità ma sembra non trovare mai il tempo per farlo. Una media di nove libri in un anno. A stupire con i dati è una ricerca dell’Università Bicocca di Milano, condotta per conto dell’Associazione italiana editori e dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, che mette a confronto le abitudini della lettura: i l 59,1% di non vedenti e ipovedenti ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi contro il 46,8% di chi ci vede perfettamente. I non vedenti sono anche i più assidui e, nel 31,3% dei casi, aprono un libro tutti i giorni, Oltre che lettori accaniti sono anche molto tecnologici. Nel 30% dei casi scelgono i formati digitali che preferiscono rispetto ai tradizionali Braille o ai caratteri ingranditi. Proprio per loro, e per evitare che debbano accontentarsi di ciò che trovano sul mercato (nel 46,7% dei casi scelgono ciò che è disponibile) nasce il Progetto libri italiani accessibili, realizzato da Aie in collaborazione con Uici e finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali. “Si tratta di libri digitali che possono funzionare al meglio con gli strumenti e i software usati dai disabili – spiega Cristina Mussinelli, direttore scientifico del progetto – hanno un indice navigabile, la possibilità di muoversi all’interno del testo, tra il testo e le note e viceversa, di navigare nelle tabelle o di fornire una descrizione testuale delle immagini. Così lo stesso file può essere usato per un ingrandimento dei caratteri o per la lettura braille sul dispositivo o per la sintesi vocale” .
Un e-book accessibile a tutti

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