Il 2014 sarà l’anno della consacrazione dello shopping in mobilità . Nonostante i consumi stentino a risollevarsi, a causa del perdurare della stagnazione economica, il mobile commerce italiano è dato in crescita del 289%, fino a superare gli 1,2 miliardi di euro di fatturato. Una cifra record, destinata a battere quella del 2013, chiuso secondo i dati Netcomm-Politecnico di Milano a quota 637 milioni di euro, con un incoraggiante +85% . A convincere, però è tutto il comparto dell’e-commerce. Gli acquisti online sono sempre più pane quotidiano per milioni di connazionali, che nel 2014 faranno compere via internet per (si pensa e si spera) 13,2 miliardi di euro, in salita del 17% su base annua. A beneficiare dell’interattività e della praticità del commercio digitale sono i settori dell’informatica (+32%, con il 12% del market share), dell’editoria (+28% e 3%), dei casalinghi (+23% e 1%), dell’abbigliamento (+21% e 41% del market share). E non sono solo i consumatori a testare con mano le opportunità e i piaceri dei negozi web: gli e-shopper sono ormai 16 milioni ma, secondo lo studio, l’export online salirà del 21%, a 2 miliardi di euro, entro fine dicembre. I nuovi motori propulsivi sono proprio i dispositivi portatili , che nei prossimi mesi raggiungeranno il 19% del market share. Gli acquisti si concludono su internet, molto spesso su pc e qualche volta su smartphone e tablet. La rete, però, influenza anche le compere fatte nei centri commerciali: oltre il 10% dei 700 miliardi spesi, secondo Net Retail, è stato destinato in seguito a informazioni ricavate dal web. Internet è un polo commerciale sempre più solido, pervasivo e vivace , che offre ai clienti una dose massiccia di dati, specifiche, opportunità d’acquisto, mentre ai negozianti una vetrina irrinunciabile, che azzera (virtualmente) le distanze geografiche e permette di promuoversi ed espandersi. Non è un caso che il mobile commerce, nato in pratica tre anni or sono in Italia, abbia decuplicato il suo valore in ventiquattro mesi: i meccanismi, una volta innescati (bastano una buona rete e la diffusione di distipositivi adeguati, oltre alla ricettività dei commercianti, dotatisi di siti predisposti agli acquisti online e in mobilità) accelerano rapidamente, in modo quasi automatico. E se il resto d’Europa corre più veloce di noi, per non dire degli Stati Uniti capofila di settore, il recupero italiano è cominciato a buon ritmo.
Un miliardo di volte mobile commerce

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