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31 Marzo 2008 | Innovazione

Un po’ di Italia nei cellulari cubani

E’ stata la compagnia di telecomunicazioni di Cuba Etecsa, una società di capitale misto cubano-italiano partecipata al 27% da Telecom Italia, ad annunciare che, nell’ambito di un programma di investimenti nell’isola, sarà presto in grado di offrire ai cubani un servizio di telefonia cellulare .  Il comunicato contenente l’annuncio di Etecsa è pubblicato dal quotidiano cubano “Granma”. Dopo aver indicato l’avvio di un “Programma di sviluppo delle telecomunicazioni nei prossimi anni” che darà “priorità ai municipi con minore densità telefonica” e a “quelli che ancora non contano su servizi telefonici”, Etecsa precisa i suoi progetti per il settore dei cellulari. “Nel nostro paese”, sostiene il comunicato, “dal 1991 è stata introdotta una forma limitata di telefonia cellulare. A partire dal processo attuale di investimenti, Etecsa è in condizione di offrire alla popolazione il servizio di telefonia cellulare che sarà formalizzato attraverso contratti personali nella modalità del prepagato “.  Questo servizio, si precisa, “sarà offerto in CUC (il peso convertibile che vale 24 pesos cubani comuni) e questo permetterà di sostenere lo sviluppo del collegamento via cavo che ha un ruolo importante nell’informatizzazione della società, ed anche renderà possibile l’introduzione di nuovi servizi telefonici in moneta nazionale”.  Il comunicato è accompagnato sul giornale da una “nota della redazione” in cui si sostiene che “il ministero dell’Informatica e delle comunicazioni ci ha informato che prossimamente emetterà i regolamenti che permettano l’avvio e il controllo di questo programma in modo ordinato e progressivo”.  L’introduzione di telefoni cellulari per uso privato è la prima concreta liberalizzazione adottata dal presidente Raul Castro dopo il suo discorso di insediamento ai vertici dello Stato in cui aveva annunciato l’eliminazione di regolamenti e proibizioni che “il tempo e le circostanze hanno superato”.

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