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14 Marzo 2007 | Innovazione

Un video con Mastrogiacomo: “Sto bene. Liberatemi”

Daniele Mastrogiacomo compare in un video inviato ad Emergency: ”Sto bene” dice rivolto alla moglie e ai figli “Abbiate un po’ di pazienza, io sono sicuro che voi mi state vicini”.  Poi fa un appello al governo italiano: ”liberatemi” La registrazione è del 12 marzo, data che lo stesso Mastrogiacomo cita nel video. Nella ripresa l’inviato di Repubblica ha la barba lunga, sembra provato, ma in condizioni fisiche apparentemente buone. Il suo capo e’ coperto da un drappo a quadri, forse una tradizionale sciarpa afgana. Ha indosso una camicia grigia e una maglietta di colore piu’ scuro. ”Sono tranquillo – assicura – sono convinto che tutto finirà bene”. Si rivolge poi direttamente a Romano Prodi a cui chiede un impegno per la sua liberazione. Poi da’ alcune informazioni sul suo sequestro: ”Siamo entrati con altri due colleghi afgani illegalmente nel loro territorio”. Una affermazione che può essere molto rassicurante: nessuna accusa di spionaggio, ma quasi un arresto per sconfinamento. Questo quanto ha detto Gino Strada, fondatore di Emergency sull’arrivo del video: ”Tramite i canali di Emergency, abbiamo ricevuto qui a Kabul un video dai rapitori di Daniele Mastrogiacomo. Lo abbiamo visionato, come ci era stato richiesto di fare. Il video dura due minuti. Nelle immagini – spiega Strada – si vede Daniele in buone condizioni di salute, e questa e’ la cosa piu’ importante. Dopo essersi identificato, Mastrogiacomo dice di stare bene e chiede al governo italiano di impegnarsi per la sua liberazione. Non ci sono richieste specifiche. Ci sono voci fuoricampo, quelle dei rapitori, che gli danno istruzioni, ma non si vedono”. Ecco il testo di quanto viene detto nel video: “Il mio nome è Daniele Mastrogiacomo, sono un giornalista di Repubblica, mi trovo in Afghanistan. Il nome di mio padre è Mario, il nome di mia madre è Franca Lisa. Oggi è lunedì 12 marzo, sono le otto del mattino qui in Afghanistan e come vedete mi trovo in buone condizioni… insomma… fisiche e comunque in vita, per fortuna fino ad adesso. Mi trovo sotto custodia, sono stato arrestato da un gruppo di talebani che ritiene che siamo entrati, io e alti due colleghi afgani, illegalmente nel loro territorio. Mi rivolgo al governo italiano, al presidente Romano Prodi, affinché possa fare di tutto, agire in tutte le direzioni affinché possa ottenere presto la nostra liberazione. Faccio appello al governo e alla sensibilità del presidente Romano Prodi affinché possa ottenere presto il nostro rilascio, il nostro non più essere arrestati, il nostro essere rilasciati. Mi rivolgo poi a mia moglie Luisella e ai miei figli Alice e Michele. State tranquilli, non c’è problema, vedete che vostro padre, comunque ancora ce la fa, questa è una situazione… mi hanno arrestato perché mi trovo in territorio talebano. Credo che presto mi rilasceranno e ovviamente bisogna avere solo un po’ di pazienza, sono sicuro che voi mi state vicino. Grazie per tutto quello che riuscirete a fare. Grazie”. La Conferenza Nazionale dei Comitati e Fiduciari di redazione, riunita a Roma con le Commissioni contratto Fieg, Aran e Aeranti-Corallo, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno nel quale si esprime l’affettuosa solidarietà dei giornalisti italiani per Daniele Mastrogiacomo, l’inviato di Repubblica sequestrato da una settimana in Afghanistan. L’assemblea, si legge in una nota della Fnsi, ha manifestato la speranza che Daniele sia presto restituito alla famiglia, ai colleghi e agli amici. In questo senso, la Conferenza dei Cdr e le Commissioni contrattuali Fnsi chiedono al Governo di “continuare ad attivare tutte le azioni utili ad una rapida liberazione di Mastrogiacomo”.

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