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11 Maggio 2008 | Innovazione

Una questione morale

A nostro avviso la questione di Europa 7 è molto importante. La vicenda è nota: il mancato rilascio delle frequenze all’emittente che ne avrebbe avuto diritto, in virtù di uno status quo che ha consentito a Rete 4 di continuare a trasmettere. La questione è ovviamente oggetto di dibattito, ma fatto certo è che Europa 7 la concessione per trasmettere dallo Stato l’ha ottenuta, ma le frequenze non le sono state date perché non disponibili. A distanza di circa un decennio Europa 7 chiede i danni, forte di una sentenza della Corte di giustizia Europea che afferma, nella sostanza, che se si dà una concessione poi bisogna anche mettere nelle condizioni chi ce l’ha di utilizzarla. Per dirla con le parole della Corte, “esige non solo la concessione di autorizzazioni alla trasmissione, ma altresì l’assegnazione di frequenze”, se no “un operatore non può esercitare i diritti conferitigli dal diritto comunitario per l’accesso al mercato televisivo” Perché la vicenda è importante: perché si tratta di una questione di legalità fondamentale, di credibilità del nostro Paese . Credibilità non solo a livello europeo, ma anche per noi italiani. Fino a quando si avrà la sensazione che l’illegittimità sia un diritto dei forti non possiamo sperare in un miglioramento culturale e del senso della giustizia. Saranno sempre i piccoli e grandi furbetti a sentirsi in diritto di fare i prepotenti, dal governo fino al condominio o in auto. Non vogliamo e non possiamo dire che la posizione di Europa 7 sia quella giusta, lo stabilirà il Consiglio di Stato, ma è necessaria una grande trasparenza e una risposta chiara alle indicazioni che vengono da un organismo super partes come la Corte di giustizia. Ancora di più è necessario vedendo come si è svolto il dibattito legale sulla questione che vede coinvolti da un lato l’editore di Europa 7, Francesco di Stefano che ha chiesto il giudizio, e dall’altro il ministero delle Comunicazioni e l’autorità garante per le comunicazioni. In questa causa Mediaset non è una delle parti. Eppure l’avvocato di Mediaset, Luigi Medugno, ha presentato una memoria che tende ovviamente a difendere l’esistente. Il fatto grave è che l’avvocatura dello Stato che difende Ministero e Autorità ha ripreso ampie parti della memoria Mediaset nel suo documento. Riportiamo i passaggi fotocopia tra i due documenti identificati da un articolo apparso su l’Unità: “Pagina 9 dell’Avvocatura: dieci righe (da 7 a 17) copiate da pagina 49 della memoria Mediaset (righe 1-15). Le pagine 5 (da riga 20) e 6 (fino a riga 18) dell’Avvocatura sono identiche alle pagine 60 (da riga 3), 61 (tutta) e 62 (fino a riga 11) di Mediaset. Le pag. 17 (da riga 7) e 18 (fino a riga 13) dell’Avvocatura sono uguali alle pag. 60 (da riga 3), 61 (tutta) e 62 (fino a riga 22) di Mediaset. La pag. 35 (righe 4-23) dell’Avvocatura è plagiata dalle pag. 39 (da riga 9) e 40 (fino a riga 5) di Mediaset. A pag. 35 (righe 27-31) dell’Avvocatura, stesse parole di pag. 47 (righe 17-22) di Mediaset. E così via. Una volta manca un “quindi” Un’altra c’è “In proposito” al posto di “In primo luogo”. Tutto il resto, compresa la punteggiatura sbagliata (molte virgole tra il soggetto e il verbo), è identico”. La sentenza è attesa prima dell’estate. Ai nostri lettori diamo la possibilità di verificare la posizione delle parti con i documenti originali I documenti prodotti da Europa 7 sono disponibili sul sito www.europa7.it – La memoria di Mediaset – La memoria dell’ Avvocatura dello Stato – Il dispositivo della Corte di Giustizia – La sentenza della Corte di Giustizia

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