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21 Settembre 2009 | Attualità

Usa: antitrust ferma Google Books

Google Books subisce un altro stop. Dopo l’intervento della Commissione europea e dei suoi governi, che vorrebbero limitare la crescita del servizio di biblioteca online della casa di Mountain View, anche l’Antitrust degli Stati Uniti ha posto il veto (quanto meno temporaneo) a ‘Books’ Il Dipartimento di giustizia americano ha infatti invitato una Corte distrettuale di New York, presso la quale tempo fa è stata presentata dalle associazioni degli autori e degli editori Usa una class action contro il colosso internet, a respingere un accordo sui diritti di riproduzione e distribuzione delle opere letterarie in digitale , intervenuto nel frattempo tra le parti in causa. Il Dipartimento teme che tale accordo accordo violi le leggi sul copyright, dando a Google un (ingiusto) vantaggio nel crescente mercato degli e-book. Sono così state accolte, almeno in prima istanza, le rimostranze dei concorrenti di Big G, quali Amazon, Microsoft e Yahoo!, che considerano l’accordo (125 milioni di dollari con cui Google a sedato la resistenza dei grandi autori ed editori statunitensi) una scorciatoia verso un monopolio sui libri digitali. Il contratto, tra l’altro, prevede che autori ed editori lavorino insieme a Google Booksearch a un progetto teso a garantire accesso digitale a libri rari e ormai fuori catalogo, fornendo accesso gratuito a copie elettroniche altrimenti reperibili esclusivamente nelle biblioteche pubbliche o delle università. Questo, secondo Google, sarebbe un servizio di pubblica utilità, ben distante dei presupposti di un dominio sul mercato librario del web e anzi atto a garantire una sorta di democrazia della cultura digitale. Ma il governo di Washington non sembra convinto dalle buone intenzioni del più noto motore di ricerca , e non vuole perdere il controllo sulla natura giuridica del diritto d’autore, che nel progetto ‘Books’ sarebbe invece gestito quasi in autonomia da Google (tramite l’accordo con gli editori, appunto). La Commissione, dunque, pensa siano necessarie “ limitazioni per eventuali futuri accordi per la cessione di dirtti, attualmente troppo vaghi, prevenzione di potenziali futuri conflitti d’interesse tra gli iscritti alle associazioni che hanno mosso la class action, per rispondere concretamente alle preoccupazione degli autori e degli autori stranieri, e l’eliminazione del meccanismo di accordo sui prezzi tra autori ed editor i”.

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