Google dovrà fronteggiare l’azione giudiziaria collettiva degli utenti statunitensi che protestano contro la raccolta illegittima dei dati da parte della società internet , colpevole di aver violato (nel 2010) le reti wifi private di migliaia di cittadini nel corso delle mappature utilizzate poi dal servizio Street View. Il motore di ricerca aveva ammesso l’intrusione nelle reti domestiche , attribuendola a un errore involontario e promettendo maggiore attenzione per il futuro, ma aveva anche fatto ricorso alla Corte Suprema per bloccare la class action dei consumatori. Il giudice ha respinto le richieste di Mountain View, che dovrà così affrontare il processo. Tra le informazioni raccolte dalle auto di BigG durante le missioni in diverse città americane ci sono indirizzi e-mail, passward e id di diversi sitei: queste azioni, al netto dell’ipotetica involontarietà, costituiscono secondo la Corte una violazione della privacy. L’azienda, nel 2013, aveva raggiunto un accordo di risarcimento danni per 7 milioni di dollari con 38 Stati dell’Unione , ma la class action è proseguita in altre regioni.
Usa, class action contro Google a passo spedito

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