Comincia lentamente a formarsi un fronte delle librerie indipendenti negli Stati Uniti: nemico comune, Amazon . Il sito di e-commerce più ricco al mondo dovrà fronteggiare nella sua terra natia una class action lanciata dalle piccole librerie per minare il monopolio de facto creato dagli accordi tra Amazon e le grandi case editrici. Tutto è partito da tre negozi che, fatti due conti, si sono accorti che l’intesa tra il portale di Seattle e i grandi editori riguarda più del 60% dei ricavi del mercato dei libri cartacei. Random House, Penguin, Hachette, HarperCollins, Simon & Schuster e Macmillan fissano il prezzo di vendita al ribasso per la distribuzione via Amazon, così da garantirsi entrate certe ed escludere i piccoli venditori. Il sistema a provocato la moria di decine di negozi negli Usa e non solo. Ma c’è di più: agli indipendenti non piace il blocco degli e-book che vieta ai clienti Amazon di trasferire il libro digitale acquistato su altri supporti al di fuori di Kindle (e-reader targato Amazon), creando un sistema chiuso, sempre con il consenso dei grandi editori. Ed è questo aspetto dell’azione legale a preoccupare di più il sito di e-commerce. Se il giudice ritenesse illegale il blocco degli e-book, il mercato cambierebbe radicalmente, aprendo nuove prospettive per i produttori minori di e-reader, che potrebbero servire anche i milioni di clienti Amazon, indebolendo il colosso e creando al tempo stesso un’alternativa a esso.
Usa, librai indipendenti contro Amazon

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