Il palcoscenico della Mostra del cinema di Venezia può rivelarsi luogo impervio anche per i registi e gli autori più scafati. E’ il caso, almeno per questa edizione, di Cristina Comencini , che quest’oggi ha presentato alla stampa il suo ultimo film Quando la notte , ricevendo in cambio pochi applausi e molti fischi. La platea non ha apprezzato il noir famigliare della regista italiana, interpretato da Filippo Timi e Claudia Pandolfi, in cui si mescolano forse troppi drammi (depressione da gravidanza, abbandono, un amore impossibile). La sensazione d’angoscia, filtrata da una disperazione sgomenta , filtra anche dalle immagini di un’altra opera vista in queste ore al Lido, Black Block , docufiction in cui sette attivisti stranieri ricordano le violenze subite dalle forze dell’ordine al G8 di Genova, nel 2001. A dieci anni di distanza, la pellicola, quasi senza usare immagini degli scontri, ripropone lo sconcerto di alcuni involontari protagonisti di quei giorni in cui la democrazia italiana si oscurò, tra la scuola Diaz e la caserma di Bolzaneto. Sono le parole dei manifestanti, i loro volti di oggi segnati dalle paure di ieri, al centro della scena. Il pubblico sembra aver gradito, ma l’argomento resta scottante e non mancheranno le polemiche di taglio politico, ammesso che il film (prodotto da Fandango) riesca ad avere una distribuzione degna di nota.
Venezia fischia il film di Comencini e ricorda gli incubi del G8 di Genova

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