La questione si evolve ma lui non accenna a fare passi indietro. Dopo lo scioglimento della commissione di Vigilanza, Riccardo Villari minaccia il ricorso alla magistratura. Inossidabile come l’acciaio Riccardo Villari. Spacca il Paese a metà, o quasi. Su Facebook sono 1.340 i suoi sostenitori e 500 chi ne chiede le dimissioni. Non sono valsi gli appelli dei presidenti di Camera e Senato e neppure il provvedimento di scioglimento della Commissione che, a onor del vero, a rigore di Costituzione, pare non si potesse fare. Villari è dunque presidente di una Commissione che forse non c’è. Il che significa, visto da un altro punto di vista, che lui è l’unico componente di una commissione che forse continua a esserci. “ S ono intenzionato a fare ricorso alla Corte e se ci saranno le condizioni certamente lo farò ”, è stata la reazione di Villari quando tutti pensavano che la vicenda si stesse avviando a una conclusione. “ Non so ancora se al Tar o alla Corte costituzionale, o forse a tutte e due, ma se i miei avvocati mi daranno via libera farò sicuramente ricorso. Certo, è una brutta cosa quando per vedere applicata la Costituzione si deve ricorrere alla magistratura ”, ha affermato Villari che prosegue: “ n questa vicenda i partiti hanno superato il limite. Non vengo da Marte e so come funziona, ma questa volta la politica ha davvero esagerato ”. Mentre si discute se la commissione c’è o non c’è, i partiti si litigano chi nominare in quella nuova , che ovviamente non si sa se ci sarà. Anche qui l’unico nome certo è quello del presidente quasi eletto Sergio Zavoli. Insomma, due presidenti e zero commissioni. Tutto molto all’italiana.
Vigilanza Massima

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