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20 Aprile 2023 | Attualità, Eventi

Vinicio Capossela e l’urgenza della musica

Esce il nuovo disco dell’artista “Tredici Canzoni Urgenti”. Fra la primavera e l’estate il tour, con anteprima al Conservatorio di Milano il 20 aprile.

Vinicio Capossela presenta il suo nuovo lavoro osservando ammirato la copertina del vinile, che definisce simile al “monolite di 2001, Odissea nello Spazio”. Il musicista ha incontrato la stampa nella sede milanese della sua casa discografica e ha volentieri raccontato la nascita di questo lavoro, in uscita il 21 aprile, “per noi che crediamo ancora al disco come opera”. Tutt’altro che monolitico è il contenuto, ancorché guidato da alcuni fili conduttori precisi: l’urgenza di scrivere queste canzoni dedicate a drammi e paradossi degli ultimi anni (decenni?); il 13 come numero del disordine e della necessità del cambiamento; l’amore come la forza più rivoluzionaria dell’Universo (almeno il nostro) e il dono come atto capace di smontare il meccanismo predatorio di questo mondo impazzito, apparentemente guidato solo dal valore economico.

Un’esplosione di tasti

Tornando alla copertina, il disegno che si vede è opera dell’artista Jacopo Leone, con pennellate che sembrano zampate e che sono anche “I tasti che vi abbiamo”, che è anche il titolo di una delle Tredici canzoni urgenti: due ragazzini – racconta – hanno suonato con un po’ troppa forza il suo pianoforte ed stato necessario sostituire alcuni del tasti. Così, una volta smontati, quei lunghi pezzi di legno sono sembrati un po’ come le frecce che trafiggono San Sebastiano, un po’ come la perfetta metafora del mondo che ci è esploso attorno.

Vinicio Capossela (c) Jean Philippe Pernot

Vinicio Capossela (c) Jean Philippe Pernot

Meno allegorie, più realtà

Spesso dedito a racconti metaforici e allegorici, il lavoro di Capossela sembra stavolta più propenso a un linguaggio piano, diretto, alla ricerca del vero significato delle parole: “In un mondo costantemente messo in discussione anche le parole sono a rischio. Pensiamo a “libertà”, che nell’accezione del liberismo estremo acquista un senso predatorio, non rispettoso della libertà altrui. Pensiamo a La parte del torto di brechtiana memoria dove oggi si mettono anche esponenti di destra”. Stessa riflessione per le parole che ruotano attorno alle vicende dei migranti: “Associando sempre questa parola a “emergenza”, finisce che abbiamo la sensazione di subirli anche se la loro presenza non incide sul nostro quotidiano. La paura livella verso il basso il dibattito“.

La politica delle piccole cose

A chi gli fa notare che questo è un disco politico come non se ne sentivano da tempo, Capossela risponde che si è politici più nelle azioni che nei proclami. Anche altri lavori precedenti lo erano, solo che qui non c’è la metafora. E come mai oggi il cantautorato non sembra essere organico a una rivoluzione cultuale come in epoche passate molto recenti? “Perché oggi non è organico a nulla, non c’è coralità”. Un pezzo come “Staffetta in bicicletta” ricorda come la guerra alla guerra sia l’unica guerra che bisogna combattere. E così, in forma di filastrocca circondata da archi e pianoforte e con la voce di Mara Redeghieri (ex Üstmamò, “la cantante più resistente che ci sia”, dice), Capossela celebra il lato più umano della Resistenza: la componente femminile fatta di quelle donne che tenevano in vita la linea del fronte con tutta la naturalezza della necessità.

Una serie di concerti urgenti

Il disco viene presentato dal vivo per la prima volta il 20 aprile, al Conservatorio di Milano. Seguirà poi una serie di CONCERTI URGENTI in primavera ed estate: a Riccione il 23 Aprile, a Gattatico (RE) il 25 Aprile la mattina e Torino la sera. E poi ancora in estate il 9/7 a Fiesole, il 13/7 a Pesaro, a Bra il 28 luglio, il 29 luglio e Forte di Bard (AO), a Cassano allo Ionio (CS) il 2 agosto ’23, a Mesagne il 3 agosto.

di Daniela Faggion

La copertina di Tredici Canzoni Urgenti è opera di Jacopo Leone

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