Non solo la National security agency americana, non solo gli Stati Uniti. Anche i telefoni italiani sono, come quelli di mezzo mondo, sotto controllo : a confermarlo è Vodafone , che ha reso noti i dati sulle richieste di informazioni inoltrate dai governi e dalle agenzie nei diversi Paesi in cui l’operatore è attivo. L’Italia è in cima alla lista, con 605mila interrogazioni (a fronte delle 48mila della Spagna e delle 28mila del Portogallo) , come si legge su The Guardian , testata che prima di tutte ha pubblicato la notizia. Il gruppo di tlc ha anche rivelato l’esistenza di particolari cavi associati alle sue reti che permettono alle agenzie governative di ascoltare le conversazioni telefoniche e via sms degli utenti di sei Stati, senza alcun impedimento o filtro da parte di Vodafone stessa. L’operatore britannico è il primo nel settore a parlare apertamente della collaborazione e delle modalità utilizzate dallo spionaggio in epoca di Datagate, facendo numeri precisi e tracciando una mappa delle attività. Non dettagliata, tuttavia: mancano i nomi dei Paesi che in cui le agenzie controllano direttamente la rete Vodafone, perché l’azienda teme ritorsioni contro i suoi dipendenti . Si apprende, però, che la compagnia britannica non è l’unica nel settore a supportare questo tipo di intrusione. L’ipotesi di un coinvolgimento diretto dei colossi delle telecomunicazioni nello spionaggio massificato si fa sempre più probabile: già i grandi marchi del web, da Google a Yahoo!, passando per Microsoft e Apple, erano stati accusati di collaborare con Cia e Nsa nelle attività di controllo degli internauti. Secondo The Register, altro quotidiano inglese, Vodafone e British Telecom avrebbero ricevuto milioni di sterline l’anno garantire l’accesso alle informazioni sugli utenti. Il gruppo incriminato, però, prova a fare ammenda e a rilanciare : “Il modello di accesso diretto esiste. Stiamo chiedendo che venga fermato” , ha detto Stephen Deadman, dipendente dell’ufficio privacy di Vodafone. L’azienda chiede che tutti i cavi per il controllo delle reti vengano staccati e che ciascuno Stato compili annualmente un documento in cui siano indicate le richieste inoltrate agli operatori. In pieno ritorno di fiamma da Guerra Fredda, con lo spionaggio governativo che si mescola a quello militare e industriale, mentre l’alleanza tra Cina e Russia infastidisce gli Usa e l’Europa, ogni possibile gesto di trasparenza autoindotto sembra ingenua utopia . O la proposta di chi ha la coda di paglia.
Vodafone svela i numeri dello spionaggio
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