Il sito web di The Washington Post abbandona la formula delle notizie a pagamento, almeno per gli abbonati alle edizioni dei giornali locali controllati dal gruppo editoriale, dall’estate del 2013 di proprietà da Amazon. La mossa servirà a Jeff Bezos & Co. per ampliare la base di lettori del Post , che nonostante sia tra i più celebri quitidiani d’America patisce online la concorrenza di altre testate meno impegnati e dell’informazione locale, che ha molto seguito negli Usa. Chi si abbonerà al Dallas Morning News , ad esempio, pitrà navigare in tutta libertà anche su Washingtonpost.com , usufruendo delle notizie e degli approfondimenti negati ai normali internauti, che possono accedervi solo dopo aver sborsato 9,99 dollari al mese. La mossa anticipa di qualche settimana altri possibili accordi (con Spotify e Amazon Prime) volti ad allargare l’utenza web del Post. Il giornale, insomma, verrà offerto ai clienti fedeli dei diversi servizi Amazon e agli abbonati di altre grandi compagni internet, purché non direttamente concorrenti. Nel mirino ci sono soprattutto i lettori più giovani “tra i 10 e i 20 anni” che, tra una app e una canzone in streaming, magari vanno a controllare le news sportive o le ultime evoluzioni sulla politica internazionale.
Washington Post, bye bye paywall (in parte)

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