Dimenticate Spider Man, Superman, Batman e gli altri, perché se la fiction è una rappresentazione della realtà, possiamo dire che anche per i supereoi sono finiti i tempi in cui erano pronti a dare la propria vita per salvare quella degli altri. In Watchmen coloro che tentano di imporre l’ordine sono megalomani, paranoici, misantropi, angosciati, egoisti, cinici e anche sadici all’occorrenza, perchè si tratta di esseri umani privati dei superpoteri degni degli eroi che si rispettino. Il romanzo grafico di Anglais Dave Gibbone e Alan Moore è stato definito inadatto al cinema, ma Zack Snyder, il registra di 300, ha deciso di affrontare la sfida e di dare vita in formato pellicola agli insoliti eroi. Il fumetto non è nuovo allo scandalo e alla diffidenza poiché dalla sua comparsa nel 1980 ha giocato il ruolo del rivoluzionario del fumetto. La denuncia di una società onnipotente alla deriva che tenta di proteggere i cittadini da stessi e di applicare i valori dei ben pensanti al resto del pianeta è centrale nell’opera di Snyder in cui il sogno americano è già morto e ha lasciato il posto ad una giustizia punitiva necessaria al mantenimento dell’equilibrio nel branco. Nessun compromesso, la natura umana viene mostrata corrotta e compromessa , i miracoli non esistono più e l’orologio dell’Apocalisse, simbolo della tensione tra Stati Uniti e Russia, segna in continuazione mezzanotte meno cinque. Il regista provocatore prende dei rischi e illustra una violenza estrema stile Tarantino e una moralità deviata per restare fedele all’opera visionaria di Gibbone e Moore, al cinema da Venerdì 6 marzo.
Watchmen, l’antieroe sbarca al cinema

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