Secondo i risultati di un’indagine condotta in Gran Bretagna e Italia da Websense i dipendenti continuano ad avere un basso livello di percezione dei rischi legati all’uso della posta elettronica aziendale, tendendo in particolare a sottovalutare lo spam e la necessità di tutelare i dati sensibili. L’indagine, condotta tra maggio e giugno di quest’anno sottoponendo un questionario online a un campione di 150 dipendenti italiani e inglesi, aveva l’obiettivo di comprendere meglio quanto gli utenti siano realmente consapevoli e informati sui rischi per la sicurezza informatica portati da spam, phishing, attacchi hacker o perdita dei dati sensibili causati da una posta aziendale non protetta. Sia al di qua sia al di là della Manica, le preoccupazioni per la sicurezza della posta aziendale non rovinano i sonni dei dipendenti , considerando che circa un terzo degli intervistati (37% in Italia e circa 31% in Gran Bretagna) pur non sentendosi totalmente protetto, si dichiara tuttavia soddisfatto del livello di sicurezza della posta fornito dall’azienda perché pensa di non poter essere preso di mira dai cybercriminali. Anche se poi la possibilità che un hacker riesca ad accedere al proprio computer è sentita come la minaccia potenziale più preoccupante dagli italiani (quasi l’84% del campione), immediatamente seguita dal terrore di perdere dati aziendali riservati (circa l’85%) e quindi dalla paura di perdere dati personali (77%). Gli inglesi (il 35% del campione) si mostrano molto più sicuri degli italiani (solo il 12%) dell’impossibilità che un hacker possa entrare nel loro computer. Curiosamente lo spam desta molta meno preoccupazione . Nessuno lo trova divertente, però l’inconsapevolezza dei pericoli per la sicurezza che esso può comportare accomuna italiani (circa l’84% del campione) e inglesi (il 72%) che lo considerano solo come una seccatura piuttosto che una reale minaccia. Per quanto riguarda i comportamenti degli utenti quando ricevono email da sconosciuti, si notano differenze interessanti tra Italia e Gran Bretagna su come i dipendenti espongono la loro azienda e i propri dati personali a questo tipo di minaccia . In particolare, gli italiani sembrano più prudenti rispetto ai colleghi inglesi : più della metà (il 57%) sceglie di cancellare le email di cui non conosce il mittente e solo il 2% ammette di cliccare talvolta sui link in esse contenuti contro ben il 22% che lo fa in Gran Bretagna. Per quanto riguarda il rischio della perdita di dati aziendali, gli italiani la percepiscono come una seria minaccia , praticamente a pari merito con quella di un attacco hacker (oltre l’80% degli intervistati). Invece, per i dipendenti inglesi, sebbene la perdita di dati aziendali riservati sia considerata una minaccia più preoccupante rispetto a un possibile attacco hacker, il 40% degli intervistati ritiene che ancora non rappresenti un reale rischio.
Websense: lo spam non fa più paura

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