Il Garante per la privacy ha inviato una segnalazione a Governo e Parlamento sui rischi per la privacy dei cittadini che deriverebbero da alcune norme contenute nel decreto del Fare e nel disegno di legge sulle semplificazioni: i temi sono le informazioni personali tracciate per chi accede a internet via wifi , i troppi dati sanitari a Ministeri e Regioni. Due gli articoli del decreto che hanno suscitano forti perplessità da parte dell’Autorità: quello sul cosiddetto wi-fi libero e quello sul Fascicolo sanitario elettronico. Spiega il Garante: “ quanti offrono accessi a internet tramite wifi non devono più identificare i clienti che utilizzano il terminale. Ma si stabilisce al contempo l’obbligo di tracciare alcune informazioni relative all’accesso alla rete che, a differenza di quanto sostenuto nella norma, sono ai sensi della Direttiva europea sulla riservatezza e del Codice privacy dati personali, in quanto molto spesso riconducibili all’utente che si è collegato a internet ”. Sotto i riflettori anche l’articolo che modifica alcune disposizioni sul Fascicolo sanitario elettronico e “prevede che, a fini di ricerca epidemiologica e di programmazione e controllo della spesa sanitaria, le Regioni e le Province autonome, il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute possano accedere alle informazioni sanitarie presenti nel Fse di tutti gli assistiti, compresi i documenti clinici prima espressamente esclusi. In questo modo tali amministrazioni si troverebbero a utilizzare una enorme mole di dati sensibili (ricoveri, accessi ambulatoriali, referti, risultati di analisi cliniche, farmaci prescritti) che, per quanto non immediatamente riconducibili agli interessati, non sono indispensabili per il raggiungimento di finalità diverse da quella della cura ”.
Wifi libero e salute online, i dubbi del Garante

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