WikiLeaks è senza dubbio il fenomeno inter-mediatico di fine 2010. Il portale di controinformazione ha prima sbugiardato mezza diplomazia internazionale, poi chiamato in causa i governi mondiali, palesemente in imbarazzo, su questioni cruciali come i rapporti di forza in Medio Oriente e le politiche energetiche, e infine annunciato nuovi dossier sulle banche. L’allarme tra i potentati del globo è subito salito a livello massimo, e la pressione sul WikiLeaks ha portato alla cattura – a dire il vero una auto-consegna – del suo capo in pectore, Julian Assange, alle forze dell’ordine britanniche. Sul giornalista mentore di WikiLeaks pende un’accusa, secondo molti creata ad hoc, di stupro, nonché un mandato dell’Fbi per violazione di documenti secretati dallo Stato americano. I seguaci di Assange, però, non si arrendono al giro di vite della polizia internazionale: “ La trappola si è attivata, i poteri oscuri sono entrati in azione. Dopo quello che abbiamo visto finora, possiamo concludere che fa parte di un piano più grande” , ha detto uno degli avvocati del giornalista, mentre gli hacker di mezzo mondo preparano attacchi a sorpresa online per rivendicare il diritto all’informazione e alla libera espressione (totale) sul web. Il sito dell’Interpol è stato violato, quelli del circuito Mastercard e Visa negavano ieri i pagamenti con carta di credito, mentre sotto scacco è finito anche il portale della procura svedese che accusa Assange di stupro. Potere della resistenza digitale. Gli internauti protestano per il blocco imposto dal sistema di pagamenti Paypal (statunitense) alle donazioni web al sito, per quel che si sa completamente autofinanziato dagli stessi utenti. “ Lo abbiamo fatto perché il Dipartimento di Stato ci aveva detto che quel che stavano facendo era illegale” , hanno dichiarato i dirigenti di Paypal , confermando così le pressioni Usa contro l’organizzazione di Assange. L’islandese DataCell, che permette a Wikileaks di ricevere donazioni, ha invece denunciato Visa per aver sospeso i suoi versamenti al sito. L’informazione online è davvero sulla bocca di tutti.
WikiLeaks: arresti e boom mediatico

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