Mai fidarsi ciecamente della rete. Internet è fonte quasi inesauribile di informazioni utili, ma altrettanto ricettacolo di notizie storpiate e dati inesatti, quando non del tutto inventato. Ne sa qualcosa Ségolène Royal, che il 10 maggio – in occasione della giornata nazionale contro lo schiavismo – in un’accorata nota su Facebook ha tessuto le lodi di Léon Robert de L’Astran , nato il 20 gennaio 1767 a La Rochelle e morto il 7 aprile 1861 nello stesso porto del Poitou-Charentes, naturalista ed erudito che si oppose alla tratta degli schiavi verso le Americhe. Personaggio, però, mai esistito, nonostante una scheda dettagliata su Wikipedia dica il contrario. Il volto di spicco della Sinistra francese è stato dunque ingannato da un’invenzione di internet, e ha dovuto scusarsi per la figuraccia: “Era una storia così bella…” , ha detto addolorata la Royal, che tuttavia non è la prima a cascare nei tranelli del web. I giornali britannici copiarono da Wikipedia, per completarne il coccodrillo, una frase del compositore Maurice Jarre: frase però inventata da uno studente irlandese. Bernard-Henri Lévy, invece, ha citato in un libro l’inesistente filosofo Botul, che in rete aveva una pagina personale. Meglio navigare a vista , su internet, e cercare sempre una fonte di conforto. Prima della gaffe.
Wikipedia costa la gaffe a Ségolène Royal

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