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7 Febbraio 2024 | Attualità, Innovazione

Da un antico gruppo di stelle un segnale misterioso captato da un italiano

Alessandro Paduano ha guidato lo studio presso il Centro Internazionale australiano per la Ricerca sulla Radioastronomia.

Ed ecco, da un ammasso di oltre un milione di stelle, emergere un segnale radio mai captato prima. È accaduto al Centro Internazionale australiano per la Ricerca sulla Radioastronomia, dopo 450 ore di osservazione della volta celeste da parte di un gruppo di astronomi guidati dall’italiano Alessandro Paduano. La “voce del cielo” è arrivata da un punto della via Lattea a circa 14.500 anni luce dal Sole e sulla sua origine si aprono almeno due ipotesi: arriva da una pulsar, cioè una stella di neutroni che ruota rapidamente? oppure arriva da un buco nero di medie dimensioni? La seconda opzione sarebbe una scoperta di particolare importanza, perché questa tipologia di buchi neri non è finora mai stata osservata all’interno di un ammasso.

La ricezione del misterioso segnale è stata descritta nell’ambito di una pubblicazione presente su The Astrophysical Journal. I ricercatori, guidati da Paduano, hanno esaminato l’ammasso globulare chiamato 47 Tucanae con l’Australia Telescope Compact Array, un radiotelescopio gestito dall’agenzia governativa australiana per la ricerca scientifica. Gli ammassi globulari sono antichi raggruppamenti di stelle sparsi nella Via Lattea: 47 Tucanae è il secondo ammasso più luminoso del cielo, con circa un milione di stelle in una sfera del diametro di appena 120 anni luce.

Spiega Paduano: “Anche se si pensa che i buchi neri di massa intermedia, l’anello mancante tra quelli generati dalle esplosioni di supernovae e i giganteschi oggetti osservati al centro delle galassie, esistano negli ammassi globulari, non ne è stato ancora individuato chiaramente uno. Se questo segnale si rivelasse essere un buco nero sarebbe una scoperta molto significativa e il primo rilevamento radio di un buco nero all’interno di un ammasso”.

di Daniela Faggion

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