Alla Fondazione Golinelli “Dalle origini al Destino”, in corso fino al 30 giugno, per esplorare il progresso della cultura
Esplorare il progresso della cultura umana, indagandone sia la dimensione universale che soggettiva, tra arte, scienza e tecnologia. È l’obiettivo di “Dall’origine al destino”, mostra alla Fondazione Golinelli di Bologna che invita a riflettere sui momenti salienti dell’evoluzione culturale e tecnologica, dalla comparsa dell’uomo sulla Terra all’avvento dell’Intelligenza Artificiale, ponendo l’accento sulle capacità di orientamento delle persone rispetto alla velocità dello sviluppo della tecnica.
«La mostra ripercorre il processo evolutivo dell’umanità fino all’acme contemporaneo – spiega Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli – in cui l’avanzare del progresso tecnologico sembra prescindere dalla volontà stessa dell’uomo e il filo che ha unito le diverse fasi dell’umana avventura rischia di spezzarsi. La mostra invita i visitatori a riflettere sul nostro rapporto con il tempo e la tecnologia, e a mettere in pratica un esercizio di umanità volto a riconciliare la dimensione personale e universale che i concetti di origine e destino tengono insieme». Il percorso espositivo è suddiviso in due grandi capitoli, che si dipanano in cinque tappe.
Il primo capitolo si concentra sui passaggi evolutivi della civiltà, intesa come esperienza collettiva, somma integrale di tutte le vite individuali che hanno solcato il nostro pianeta nel corso di milioni di anni. I visitatori ripercorrono le tappe dello sviluppo dell’umanità, attraverso lo spazio, il tempo e la sfera dell’informazione, riconoscendo il ruolo cruciale della tecnica, che ha guidato il progresso e trasformato il nostro rapporto con la natura prima e l’universo poi.
In mostra oltre 150 opere, oggetti e reperti provenienti da 50 prestigiosi musei, istituzioni culturali e collezioni private. Accanto a lavori di alcuni dei nomi più importanti dell’arte italiana del Novecento, da Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato De Pero, Mario Sironi, Emilio Isgrò, grafiche di Bruno Munari, saranno esposti oggetti di design di Pablo Picasso e Ettore Sottsass, insieme a capolavori dell’ingegneristica ad alto contenuto creativo come la nuova Ducati Panigale V4 S con la sua sofisticata base meccanica o il fondo di una supercar ad alte prestazioni, la Dallara Stradale, dal quale emergono le linee di flusso aerodinamiche e la distribuzione di pressione dell’aria.
Nel secondo capitolo si è chiamati a riflettere sulla propria condizione esistenziale e invitati, al contempo, a un esercizio più intimo: riscoprire, in un’epoca dominata da un divenire frenetico e incessante, la consapevolezza di un futuro il cui senso appare sempre più sfuggente. Oggi il vorticare della spirale della storia ha raggiunto accelerazioni non più compatibili con l’esistenza, provocando un diffuso senso di disorientamento.
L’avvento di tecnologie avanzate legate all’Intelligenza Artificiale – reti neurali, machine learning, big data, Large Language Model – sta rivoluzionando l’incedere dell’uomo in un futuro, che sembra prescindere dalla volontà del suo stesso creatore. Ormai il punto di partenza dell’avventura umana non è più chiaro e definito e il filo del destino si perde nel labirinto di una virtualità indistinguibile dalla realtà. Quali passi dovrà compiere l’uomo per riconquistare un senso soggettivo e collettivo di progresso? La mostra stimola i visitatori a tornare a riflettere.
Il secondo capitolo della mostra si apre con Luzifer (Lucifer), opera di Anselm Kiefer e ospita i lavori di altri artisti contemporanei, tra cui The Stainless Pure di Nicola Samorì e Immortal Hunting di Ronald Ventura, che riflettono sul tema dello spaesamento e sulla condizione umana attuale. Conclude il percorso espositivo un exhibit immersivo, di grande impatto emozionale: il T-Simmetry, il tunnel a “cronologia inversa” ideato e realizzato da Fondazione Golinelli.
di Daniela Faggion