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28 Gennaio 2009 | Attualità

The Millionaire nella bufera: piccoli attori sfruttati

Quattro Golden Globe vinti. Dieci nomination agli Oscar. Titolo di Miglior film ai Sag Award. Sono questi alcuni dei numeri della pellicola che è stata accusata nelle ultime ore di aver sfruttato i piccoli attori protagonisti di alcune sequenze per poi abbandonarli nelle condizioni in cui si trovavano prima di prendere parte al progetto. Rubina Ali e Azharuddin Ismail, che nel film interpretano la parte del fratello dell’amica del protagonista da piccoli, sarebbero stati pagati rispettivamente 500 e 1.700 sterline per un anno di lavoro. Ad aggravare la situazione, che parte da un cifra ridicola se paragonata al costo totale del film -15 milioni di dollari – e ai 73 milioni incassati fino a ora, il fatto che i due attori di otto anni al momento se la passino peggio di prima , come si apprende dalle pagine del Daily Telegraph. ” I soldi sono già finiti. Li abbiamo usati tutti per pagare i medicinali – si è lamentato il padre di Azharuddin – A noi sembra che i nostri figli siano stati abbandonati “. La baracca abusiva in cui abitava con la famiglia di Azharuddin, prosegue il quotidiano britannico, è stata abbattuta dalle autorità di Mumbai. Ora il bambino dorme sotto un telo di plastica. Rubina e la sua famiglia vivono lì vicino. Il padre, un falegname, si è rotto una gamba durante le riprese e, da allora, è disoccupato. La risposta del regista Danny Boyle e del produttore Christian Colson , che si sono dovuti destare improvvisamente dai loro sogni popolati di statuette, è stata tempestiva : ” Ogni precauzione è stata presa per assicurare un seguito longevo e duraturo al coinvolgimento dei due bambini nel film. E’ stato deciso che la loro istruzione sarebbe stata una priorità. Dal giugno 2008, a nostre spese, i due bambini vanno a scuola, stanno facendo grandi progressi. Lo abbiamo visto con i nostri occhi la settimana scorsa quando abbiamo visitato l’istituto che frequentano. Abbiamo stanziato fondi per la loro istruzione sino all’età di 18 anni, quando avranno accesso al fondo fiduciario a loro nome “. I genitori ovviamente smentiscono. La stampa britannica attacca. Il dubbio resta. All’Academy l’ardua sentenza.

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