” Lei è un battitore libero, che si trova ad agire in una realtà più complessa, in cui conta il gioco di squadra. La vedrei meglio nel ruolo di Pirlo più che in quello di Gilardino” : il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, prende in prestito una metafora calcistica per definire il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ascoltato oggi in Commissione. P er Zavoli, Minzolini ” deve elaborare la struttura del giornale” . Riferendosi all’editoriale del direttore del Tg1 sulla manifestazione per la libertà di stampa, criticato dallo stesso Zavoli e definito “irrituale” dal presidente Rai Paolo Garimberti, ha detto: ” Mi rendo conto che da parte vostra c’é un punto fermo, cioé la mancanza di regole. Credo che il vostro grande alibi o, per essere più corretto, la vostra grande giustificazione, è che vi siete trovati di fronte ad un sistema di norme non scritte, stabilite di volta in volta e che si modificano a seconda della qualità della vicenda e del modo di uscirne”. Riferendosi tra l’altro alla Commissione di Vigilanza, Zavoli ha affermato: ” la nostra attività assomiglia un po’ a quella di un cane da guardia. Il nostro compito è guardare gli scenari ed esprimere le nostre valutazioni per garantire il pluralismo dei programmi di informazione ” e ha ricordato che l’audizione di oggi era prevista nel rispetto del ” calendario che era stato stabilito a fine luglio”. “Critiche surreali e incomprensibili” . Si è così difeso Augusto Minzolini davanti alla commissione di Vigilanza Rai. Il neo-direttore del Tg1 si è reso protagonista negli ultimi mesi una serie di avvenimenti – l ‘editoriale sulla manifestazione per la libertà di stampa , la critica alle 10 domande di Repubblica e la decisione di non dare spazio alla questione delle escort – che hanno scatenato vibranti polemiche, richiedendo l’intervento dei veritici di Viale Mazzini. ” L’ultima polemica che è stata scatenata contro di me (la manifestazione, ndr) è la dimostrazione di quanto sia surreale la situazione. Mi hanno accusato di avere censurato e sottostimato le notizie. Poi mi hanno criticato per avere fatto un editoriale irrituale . Una critica davvero paradossale”. ” Credo – ha proseguito Minzolini – che fare editoriali in televisione sia mio diritto. Il mio predecessore al Tg1 Riotta ne fece 15, a cui bisogna aggiungerne altri, diciamo indiretti, perché esprimeva la sua opinione su questo o l’altro argomento, intervistato dal conduttore in studio; per non parlare del compianto Sandro Curzi “. ” In questi mesi – ha sottolineato il direttore del Tg1 – ho interrotto ogni collaborazione e intervento su organi di stampa. Ho evitato, a differenza di altri, di rilasciare interviste. Perciò credo di avere il diritto, nel mio lavoro di giornalista, di avere una sede dove esprimere delle opinioni. In nome di quell’art. 21 della Costituzione per cui altri hanno manifestato 10 giorni fa “. In merito alla decisione della sua testata di ignorare la questione delle escort, ha affermato : ” C’è una differenza tra le vicende di Tangentopoli e la polemica mediatica di quest’estate perché allora ci si muoveva da casi giudiziari. Se allora si partiva da un avviso di garanzia, ora abbiamo assistito al susseguirsi di personaggi coinvolti in processi squisitamente mediatici, senza essere accusati di alcun reato, senza aver ricevuto nessuna avviso di garanzia”. Per Minzolini, il Tg1 ha il dovere di affrontare questi casi “con prudenza e sobrietà cosa sarebbe successo se avessi riportato la guerra mediatica dell’estate?”.
Minzolini: critiche incromprensibili. Zavoli: lei è più un Pirlo che un Gilardino

Guarda anche: