La scrittrice indiana Sushmita Banerjee è stata rapita e uccisa da alcuni uomini armati in Afghanistan. Anche se non ci sono state rivendicazioni, il quotidiano indiano Times of India scrive che il motivo è da cercarsi probabilmente nel suo impegno sociale, in particolare per la sanità e l’istruzione femminile. Nel suo libro del 1995 , A Kabuliwala’s Bengali Wife raccontava la storia del suo matrimonio nel luglio del 1988 e del trasferimento nel paese del marito, l’Afghanistan, l’anno successivo. Qui Banerjee – che si era convertita all’Islam e aveva preso il nome di Sayeda Kamala – aveva subito alcune intimidazioni da parte del movimento fondamentalista dei talebani, perché in casa sua aveva stabilito un centro di distribuzione dei medicinali: i talebani non tolleravano che una donna gestisse un’attività commerciale. Il film tratto dal suo libro, Fuga dai Talebani, era uscito nel 2003: le produzioni di Bollywood , uno dei centri di produzione cinematografica più grandi del mondo, sono molto popolari in Afghanistan.
La scrittrice Banerjee uccisa dai talebani

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