Quello dei talk-show “ è un format che si sta certamente logorando. Capisco la stanchezza dei telespettatori” , mentre occorre “ab bandonare la strada di una certa produzione trash ” per “riprendere quella della tradizione culturale: a cominciare dal teatro”. Così, intervistato da Repubblica , il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi ha spiegato il suo impegno per “ rilanciare il ruolo e la funzione del servizio pubblico sul piano della qualità . Se posso esprimere un auspicio ha detto vorrei che la Rai riuscisse a mantenere la sua natura pubblica e a semplificare la gestione, per svincolarla dalle interferenze politiche e renderla più rapid a”. Comunque l’intenzione è quella di non farsi “né intimidire dalla politica né condizionare dalla pubblicità”. Sul caso Mission , il programma sui rifugiati che la Commissione parlamentare di Vigilanza ha chiesto di visionare in anticipo, Gubitosi ha spiegato che si tratta di “social tv. E non ho difficoltà a dire che questa sarebbe una forma di censura preventiva, in contrasto con l’articolo 21 della Costituzione. Per il momento, Mission è un programma che nessuno ha visto – ha spiegato – perché ancora non c’è materialmente: al montaggio, fra l’altro, parteciperà anche un esponente del commissariato Onu sui rifugiati. Prima di mandarlo in onda, lo visioneremo attentamente e poi sarà il pubblico a giudicare”.
Gubitosi: il talk in Rai è oramai logoro

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