Solitari e giochi simili con il pc di lavoro mettono a rischio il posto di lavoro. Il monito arriva dalla Cassazione che ha ordinato un nuovo esame nei confronti di un dipendente che nel 2007 era stato licenziato con l’accusa “di avere utilizzato durante l’orario di lavoro il pc di ufficio per giochi con un impiego di quasi 300 ore nel periodo di oltre un anno, provocando un danno economico e di immagine ” all’azienda stessa. Il lavoratore era stato reintegrato su decisione della Corte d’appello di Roma sulla base del fatto che la contestazione aziendale era stata troppo ” generica “, impedendo così al lavoratore di difendersi dalle accuse. Contro la reintegrazione ha fatto ricorso l’azienda e la sezione Lavoro ha accolto la tesi difensiva. In particolare, la Suprema Corte ha fatto notare che ” l’addebito mosso al lavoratore di utilizzare il computer in dotazione ai fini di gioco non può essere ritenuto logicamente generico per la sola circostanza della mancata indicazione delle singole partite giocate abusivamente dal lavoratore”.
Giocare in ufficio con il pc, possibile il licenziamento

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