Wired , con l’arrivo del nuovo direttore, Massimo Russo, mette a punto il “sistema Wired ”: digitale, live, magazine. Il magazine sceglie l’approccio digital first e multipiattaforma e “guarda al presente più che al futuro remoto, va oltre i confini della tecnologia e di internet e abbraccia l’innovazione nei settori dell’economia, della salute, del benessere e dello sport ”. Cambia anche il payoff di Wired, che diventa Make in Italy. Inventa, sbaglia, innova . “La relazione di fiducia con la comunità che Wired rappresenta è costruita anche attraverso i diversi linguaggi e strumenti con i quali interagisce : il sito web, i social network, la dimensione video, l’interactive replica su tablet, il magazine, le estensioni fisiche e virtuali del brand, come il Wired Next Fest, gli eventi verticali, i format televisivi che nel 2014 saranno una presenza forte” – così Massimo Russo, che aggiunge: “il nuovo Wired riparte dall’idea che nell’Italia del 2014 l’innovazione sia all’incrocio tra la ricerca della felicità e il sano disprezzo per l’impossibile che muovono chi decide di fare, di non rassegnarsi”. I l sito e la rete diventano il punto di partenza nella costruzione del magazine. Non si tratta solo di anticipare sul web i contenuti del giornale, significa essere disposti a condividere idee e spunti con i lettori. La testata diventa dunque una piattaforma aperta, open source. Accanto al nuovo concept del brand è stato studiato anche un nuovo impatto visivo: i prodotti esploderanno in pagina, la grafica sarà semplificata, con una migliore leggibilità e con servizi radicati nel tempo presente. Il magazine sarà ricco di strumenti utili e con una nuova periodicità, 10 numeri all’anno . Il nuovo Wired ricorrerà sempre più spesso all’infografica, a nuovi format che vanno oltre il testo, ai reportage a fumetti.
Wired passa attraverso il digital first

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