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21 Agosto 2021 | Attualità

Afghanistan, Mattarella contro i sovranisti. Comuni e islamici pronti a fare la loro parte

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto a un meeting dei cattolici italiani con parole forti contro chi frena nella corsa alla solidarietà verso i profughi afgani. Nelle parole del Presidente le critiche a chi all’interno e all’esterno del Paese ostacola il percorso di assistenza. “L’Unione Europea si fa motore di un nuovo sviluppo dei nostri Paesi, uno sviluppo più equilibrato e sostenibile. È un’occasione storica che dobbiamo saper cogliere e trasformare in un nuovo, migliore e stabile equilibrio. C’è un io, un tu e un noi anche per l’Europa e per le sue responsabilità, contro ogni grettezza, contro mortificanti ottusità miste a ipocrisia, che si manifestano anche in questi giorni che sono frutto di arroccamenti antistorici e, in realtà, autolesionisti” ha detto Mattarella.

La posizione dei leader politici italiani è diversificata anche all’interno dell’ampia maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi. Fa discutere l’apertura del neo capo dei 5 Stelle ed ex presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che si è pronunciato per una apertura al dialogo con i talebani, un’apertura che ha creato inizialmente ampio dibattito anche all’interno del suo movimento ma poi sostenuta dai vertici tra cui il capogruppo al Senato Ettore Licheri che ha definito “doverosa qualsiasi forma di interlocuzione con il nuovo regime”. In risposta si è espresso il leader della Lega Matteo Salvini che ha pubblicato su Facebook le immagini dell’esecuzione del capo della polizia afghana commentando “Conte dice che bisogna dialogare con i talebani, intanto loro…” escludendo che l’Italia possa accogliere “migliaia di profughi”. Un commento apolitico a cui fa eco sullo stesso tono Maurizio Gasparri di Forza Italia “Uno come conte che è abituato a prendere ordini da gente come Grillo e Fico certamente troverebbe normale dialogare con i talebani”.
Il Partito democratico ha lanciato la campagna di raccolta fondi “insieme per il popolo afgano” per aiutare “chi decide di rimanere e chi decide di partire dal Paese” dice il segretario Enrico Letta.
In questo contesto il presidente del consiglio Mario Draghi è nella necessità di mediare posizioni opposte sull’accoglienza ai profughi. Prima ha garantito “accoglienza e sicurezza a chi si è esposto in questi anni” a fianco dell’Italia e della Nato. Poi ha sollecitato una riunione del G20 sul tema e assicurato che” l’Europa sarà all’altezza per la cooperazione l’accoglienza”. Ha poi autorizzato il transito dei profughi nelle basi Nato in territorio italiano di Aviano e Sigonella.

L’associazione nazionale dei Comuni italiani ANCI ha annunciato attraverso una dichiarazione del suo delegato all’immigrazione Matteo Biffoni che “I sindaci italiani sono pronti ad accogliere le famiglie afgane che il Governo deciderà di fare entrare nel Paese. Abbiamo scritto al Ministro dell’interno – prosegue Biffoni – per confermare che siamo pronti ad ampliare la rete già presente nei nostri territori per poter accogliere e inserire le famiglie che rientrano nel programma di protezione definito dal Governo del personale civile afgano collaboratore del contingente militare nazionale”.

Anche l’Unione delle comunità islamiche in Italia ha dato la sua disponibilità a sostenere le iniziative istituzionali. Il presidente Yassine Lafram ha affermato: “Appoggiamo la linea umanitaria del nostro governo e faremo il possibile per supportare il processo sul territorio”. L’organizzazione ha dato disponibilità a “supportare sul territorio nazionale l’accoglienza di eventuali profughi e mette a disposizione delle Prefetture le sedi dei propri centri e operatori per l’orientamento e la mediazione culturale dedicati a chi potrebbe trovare rifugio sul suolo italiano”.

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