In Italia c’è un Festival dello Spazio nel cuore delle montagne fra Liguria e Piemonte. Viene organizzato da sei anni a Busalla, la cittadina che ha dato i natali a Franco Malerba, primo astronauta italiano. “Nel 2017 ricorrevano i 25 anni dalla sua missione”, spiega a Telepress.news Fabrizio Fazzari, assessore alla cultura del Comune che sorge sul torrente Scrivia, afferisce alla Città Metropolitana di Genova ma è a due passi dalla provincia di Alessandria: “Volevamo celebrare quella ricorrenza, ma anche creare un qualcosa che desse visibilità al nostro territorio e creasse un appuntamento fisso che, di anno in anno, raccontasse le innovazioni nel campo dello Spazio. Così è nato il festival, che fin dal primo anno si è affermato come unica realtà italiana per la diffusione della cultura scientifica dello spazio“.
Quest’anno Il Festival dello Spazio ha avuto fra i suoi ospiti Anthea Comellini, project manager di Thales Alenia Space selezionata tra i membri della riserva degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea. Bresciana, classe 1992, è una dei due italiani tra i 17 astronuati scelti tra 22.500 candidati. Certo, dopo Samantha Cristoforetti, ci si aspetta molto dalle astronaute italiane e Comellini sembra avere la stoffa giusta per seguire le orme di AstroSamantha, ancora freschissime peraltro. Domenica 2 luglio l’ingegnera aerospaziale è stata protagonista di un talk in cui ha raccontato il percorso che l’ha portata al programma astronautico europeo, a partire dalle due lauree al Politecnico di Milano.
La giovane promessa della scienza spaziale italiana ha anche proclamato il vincitore del Premio Festival dello Spazio 2023. Si tratta di un concorso rivolto ai giovani ricercatori Under 35: chiamati a confrontarsi sul tema “Abitare lo Spazio”, quest’anno i tre finalisti hanno avuto modo di presentare personalmente i propri elaborati ai tre giurati che li hanno selezionati: la scienziata Amalia Ercoli Finzi, l’antropologo Marco Aime, il teologo Don Giuseppe Tanzella-Nitti. I mille euro del primo premio sono andati a Camilla Reghin per l’elaborato “Psicologia dello Spazio: sfide psicologiche degli astronauti nei viaggi di lunga durata”, che i giurati hanno ritenuto “un bell’esempio di analisi psico-sociale in contesto scientifico, finalizzata a testare a quali criticità andrebbero incontro degli astronauti protagonisti di una missione sul pianeta Marte. L’elaborato si basa sulle informazioni ottenute in decadi di attività spaziale, in particolar modo sull’esperienza maturata in questo ambito dalle lunghe permanenze sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Duecento cinquanta euro agli altri due finalisti, secondi ex aequo: Giovanni Garofalo con “Inhabiting Space – A journey towards human settlements outside the Earth” e Filippo Tonti con “Una terrazza vista Terra”, che hanno sviscerato il tema dell’Abitare lo spazio da due punti di vista complementari, uno scientifico e l’altro umanistico.
Il Festival ha inoltre dedicato la sua attenzione alla Space Economy, coinvolgendo agenzie, grandi e piccole industrie, start-up e ricercatori. A Villa Borzino sono state organizzate anche mostre e installazioni, a cominciare da quella, interattiva, allestita dall’Istituto Italiano di Tecnologia per guidare con un joystick una navicella nella delicata operazione di attracco alla Stazione Spaziale Internazionale. Non è mancato un appello di Franco Malerba in persona, affinché l’ESA si doti di un proprio mezzo per il trasporto dell’uomo nello Spazio, così da emancipare l’Europa dal regime di monopolio attualmente detenuto dalla SpaceX, organizzazione commerciale privata di Elon Musk, una volta perso l’accesso ai sistemi Soyuz in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. A novembre ci sarà infatti lo Space Summit dei capi di stato dei paesi membri ESA, che tratteranno anche questo tema, evidentemente politico oltre che scientifico: “Il Festival dello Spazio tifa per una decisione coraggiosa”, ha dichiarato lo stesso Malerba.
di Daniela Faggion
